{"title":"Trattamento chirurgico delle complicanze settiche dopo pneumonectomia","authors":"M. Alifano , E. Daffré , M. Dahan","doi":"10.1016/S1288-3336(24)49607-6","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><div>La principale complicanza settica della pneumonectomia è il piotorace. Questo è associato una volta su due a una fistola broncopleurica che può essere la causa o la conseguenza di questo piotorace. Ciò significa che il loro trattamento è strettamente legato, con un doppio obiettivo: la sterilizzazione della cavità di pneumonectomia e la chiusura della fistola. In fase acuta, il primo trattamento è il drenaggio della loggia di pneumonectomia: esso ha lo scopo di prevenire l’inondazione del polmone controlaterale e di ottenere un controllo iniziale della sepsi locale. È seguito da un’irrigazione-lavaggio, eventualmente associata a una “toilette chirurgica” della cavità di pneumonectomia. In caso di fallimento, una toracostomia rappresenta spesso la migliore modalità di controllo locale della sepsi. Questa operazione è la tecnica di scelta quando il piotorace si accompagna a una fistola. Una volta che la fase acuta è controllata, si pone il problema dell’obliterazone dello spazio pleurico. Essa può essere ottenuta attraverso una mioplastica o un’omentoplastica, eventualmente precedute da una manovra di affossamento della tasca attraverso una toracoplastica. Quando la tasca è piccola, è possibile realizzare una chiusura semplice di toracostomia su una soluzione antibiotica (metodo di Clagett). L’uso della terapia a pressione negativa è un’opzione per le cavità senza fistola, perché accelera la detersione e favorisce la retrazione e la gemmazione. Per quanto riguarda le tasche relativamente piccole e ben curate dal drenaggio percutaneo, può essere proposta una toracoplastica senza fase preliminare di toracostomia. Nella pratica, le indicazioni dipendono più dalle caratteristiche del paziente, dalla complicanza settica e dalle abitudini del reparto che da un algoritmo immutabile e rigoroso.</div></div>","PeriodicalId":100457,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Torace","volume":"28 1","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-11-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche Torace","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1288333624496076","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La principale complicanza settica della pneumonectomia è il piotorace. Questo è associato una volta su due a una fistola broncopleurica che può essere la causa o la conseguenza di questo piotorace. Ciò significa che il loro trattamento è strettamente legato, con un doppio obiettivo: la sterilizzazione della cavità di pneumonectomia e la chiusura della fistola. In fase acuta, il primo trattamento è il drenaggio della loggia di pneumonectomia: esso ha lo scopo di prevenire l’inondazione del polmone controlaterale e di ottenere un controllo iniziale della sepsi locale. È seguito da un’irrigazione-lavaggio, eventualmente associata a una “toilette chirurgica” della cavità di pneumonectomia. In caso di fallimento, una toracostomia rappresenta spesso la migliore modalità di controllo locale della sepsi. Questa operazione è la tecnica di scelta quando il piotorace si accompagna a una fistola. Una volta che la fase acuta è controllata, si pone il problema dell’obliterazone dello spazio pleurico. Essa può essere ottenuta attraverso una mioplastica o un’omentoplastica, eventualmente precedute da una manovra di affossamento della tasca attraverso una toracoplastica. Quando la tasca è piccola, è possibile realizzare una chiusura semplice di toracostomia su una soluzione antibiotica (metodo di Clagett). L’uso della terapia a pressione negativa è un’opzione per le cavità senza fistola, perché accelera la detersione e favorisce la retrazione e la gemmazione. Per quanto riguarda le tasche relativamente piccole e ben curate dal drenaggio percutaneo, può essere proposta una toracoplastica senza fase preliminare di toracostomia. Nella pratica, le indicazioni dipendono più dalle caratteristiche del paziente, dalla complicanza settica e dalle abitudini del reparto che da un algoritmo immutabile e rigoroso.