G. Mortuaire (Professeur des Universités-praticien hospitalier)
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Abstract
La poliposi nasosinusale (PNS) (o poliposi nasale detta primitiva) è una disfunzione rinosinusale cronica. Appartiene al gruppo delle rinosinusiti croniche diffuse e colpisce preferenzialmente le cavità etmoidali. Deve essere distinta dalle rinosinusiti croniche con polipi detti secondari appartenenti al gruppo delle rinosinusiti edematopurulente e per le quali esiste un’alterazione del drenaggio mucociliare (mucoviscidosi, discinesie ciliari). La PNS colpisce circa il 2% della popolazione generale. È spesso associata ad asma e può essere accompagnata da intolleranza ai farmaci antinfiammatori non steroidei (triade di Fernand Widal). I suoi sintomi sono dominati dall’ostruzione nasale e dalla perdita quantitativa dell’olfatto. È responsabile di un’alterazione significativa della qualità della vita, con una forte perturbazione del sonno, un cambiamento nelle performance lavorative e una riduzione delle attività. La fisiopatologia della PNS è attualmente ben conosciuta. Il più delle volte si tratta, nei paesi occidentali, di una risposta infiammatoria dipendente dai linfociti Th2 (risposta detta T2), con un reclutamento a livello mucoso dei granulociti eosinofili responsabili del rimodellamento tissutale.La terapia è sia medica che chirurgica, secondo un approccio graduale fondato sulla risposta alla corticoterapia. L’introduzione delle bioterapie nel 2021 ha modificato il paradigma di gestione e ha permesso di aprire nuove strade nella caratterizzazione della PNS, nella valutazione della sua gravità e nella definizione della risposta ai trattamenti.