{"title":"Afasia progressiva non fluente/agrammatica e aprassia della parola primaria progressiva","authors":"M. Teichmann","doi":"10.1016/S1634-7072(24)49340-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’afasia primaria progressiva non fluente/agrammatica (APP-vnfa) e l’aprassia della parola primaria progressiva (APPP) fanno parte dei fenotipi clinici della degenerazione lobare frontotemporale. Queste due entità sindromiche sono distinte clinicamente e anatomicamente, ma, nel corso dell’evoluzione, legata all’espansione del processo degenerativo, i quadri clinicoanatomici tendono progressivamente a sovrapporsi, nella maggior parte dei casi, dopo un periodo di tempo variabile. Ciò potrebbe spiegare perché i criteri diagnostici di consenso per le APP pubblicati nel 2011 integrano l’aprassia progressiva del linguaggio nel quadro dell’APP-vnfa, mentre diversi autori distinguono l’APPP dall’APP-vnfa. L’APP-vnfa è caratterizzata da disturbi della codifica fonologica (parafasie fonemiche) e/o da disturbi sintattici che spesso si associano gradualmente, con un ritardo più o meno lungo, a un’aprassia della parola. L’evoluzione è “invertita” nell’APPP, che inizialmente si manifesta come un’aprassia della parola alla quale si aggiungono gradualmente, nella maggior parte dei casi, dei disturbi della codifica fonologica e talvolta della sintassi. Questo articolo presenta innanzitutto le linee generali dell’organizzazione cognitiva e anatomica del linguaggio, nonché dei diversi disturbi della parola, per poi specificare gli aspetti clinici, anatomici e biologici dell’APP-vnfa e dell’APPP. Spiega poi l’iter diagnostico e le modalità di gestione del paziente. Suggerisce inoltre cosa fare di fronte a disturbi progressivi e predominanti nella produzione dei “suoni del linguaggio” che costituiscono una frequente sfida diagnostica per il medico. L’articolo si conclude con una discussione dei principali dibattiti attuali nel campo dell’APP/APPP, mettendo in prospettiva la ricerca futura.</p></div>","PeriodicalId":100434,"journal":{"name":"EMC - Neurologia","volume":"24 3","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Neurologia","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1634707224493409","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’afasia primaria progressiva non fluente/agrammatica (APP-vnfa) e l’aprassia della parola primaria progressiva (APPP) fanno parte dei fenotipi clinici della degenerazione lobare frontotemporale. Queste due entità sindromiche sono distinte clinicamente e anatomicamente, ma, nel corso dell’evoluzione, legata all’espansione del processo degenerativo, i quadri clinicoanatomici tendono progressivamente a sovrapporsi, nella maggior parte dei casi, dopo un periodo di tempo variabile. Ciò potrebbe spiegare perché i criteri diagnostici di consenso per le APP pubblicati nel 2011 integrano l’aprassia progressiva del linguaggio nel quadro dell’APP-vnfa, mentre diversi autori distinguono l’APPP dall’APP-vnfa. L’APP-vnfa è caratterizzata da disturbi della codifica fonologica (parafasie fonemiche) e/o da disturbi sintattici che spesso si associano gradualmente, con un ritardo più o meno lungo, a un’aprassia della parola. L’evoluzione è “invertita” nell’APPP, che inizialmente si manifesta come un’aprassia della parola alla quale si aggiungono gradualmente, nella maggior parte dei casi, dei disturbi della codifica fonologica e talvolta della sintassi. Questo articolo presenta innanzitutto le linee generali dell’organizzazione cognitiva e anatomica del linguaggio, nonché dei diversi disturbi della parola, per poi specificare gli aspetti clinici, anatomici e biologici dell’APP-vnfa e dell’APPP. Spiega poi l’iter diagnostico e le modalità di gestione del paziente. Suggerisce inoltre cosa fare di fronte a disturbi progressivi e predominanti nella produzione dei “suoni del linguaggio” che costituiscono una frequente sfida diagnostica per il medico. L’articolo si conclude con una discussione dei principali dibattiti attuali nel campo dell’APP/APPP, mettendo in prospettiva la ricerca futura.