D. Saracino MD, PhD , I. Le Ber MD, PhD , V. Deramecourt MD, PhD
{"title":"Degenerazioni lobari frontotemporali: neuropatologia, genetica e classificazione","authors":"D. Saracino MD, PhD , I. Le Ber MD, PhD , V. Deramecourt MD, PhD","doi":"10.1016/S1634-7072(24)49339-2","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Le degenerazioni lobari frontotemporali (DLFT) sono la seconda causa di demenza dell’adulto dopo la malattia di Alzheimer. Sono caratterizzate da una progressiva alterazione delle funzioni cognitive e dei disturbi comportamentali, del linguaggio e/o motori, conseguente a un danno degenerativo che colpisce maggiormente i lobi temporali frontali e laterali. Una notevole eterogeneità clinica, neuropatologica e genetica caratterizza le DLFT. I principali fenotipi clinici sono la variante comportamentale della DLFT (o demenza frontotemporale, DFT, propriamente detta) e le varianti non fluente/agrammatica e semantica dell’afasia primaria progressiva. Queste sindromi cognitive possono essere associate a un danno dei motoneuroni nel contesto di una sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Inoltre, ci sono sovrapposizioni con alcune sindromi parkinsoniane atipiche, come la sindrome corticobasale e la paralisi sopranucleare progressiva. Diversi substrati neuropatologici sono alla base delle DLFT, con due forme chiaramente più rappresentate: le proteinopatie TDP-43 (<em>transactive response DNA binding protein of 43 kDa</em>) e TAU (<em>tubulin associated unit</em>). Ognuna di queste forme presenta particolari associazioni cliniche e genetiche. Una causa genetica può essere trovata in circa un terzo dei pazienti con DLFT. Tra i tanti geni attualmente identificati, i tre principali sono <em>GRN</em>, <em>C9orf72</em> e <em>MAPT</em>. In particolare, le espansioni ripetute del gene <em>C9orf72</em> sono la causa più frequente di DLFT e SLA, isolata o in combinazione. Attualmente non esiste un trattamento curativo per le DLFT. I progressi nelle conoscenze genetiche hanno permesso di comprendere meglio i meccanismi fisiopatologici che possono essere modificati con interventi mirati. Lo sviluppo di approcci terapeutici gene-specifici potrebbe consentire di arrestare o di rallentare il processo lesivo e una migliore comprensione dell’evoluzione della malattia nelle sue fasi precoci e presintomatiche rappresenta oggi una delle sfide principali.</p></div>","PeriodicalId":100434,"journal":{"name":"EMC - Neurologia","volume":"24 3","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Neurologia","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1634707224493392","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
Le degenerazioni lobari frontotemporali (DLFT) sono la seconda causa di demenza dell’adulto dopo la malattia di Alzheimer. Sono caratterizzate da una progressiva alterazione delle funzioni cognitive e dei disturbi comportamentali, del linguaggio e/o motori, conseguente a un danno degenerativo che colpisce maggiormente i lobi temporali frontali e laterali. Una notevole eterogeneità clinica, neuropatologica e genetica caratterizza le DLFT. I principali fenotipi clinici sono la variante comportamentale della DLFT (o demenza frontotemporale, DFT, propriamente detta) e le varianti non fluente/agrammatica e semantica dell’afasia primaria progressiva. Queste sindromi cognitive possono essere associate a un danno dei motoneuroni nel contesto di una sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Inoltre, ci sono sovrapposizioni con alcune sindromi parkinsoniane atipiche, come la sindrome corticobasale e la paralisi sopranucleare progressiva. Diversi substrati neuropatologici sono alla base delle DLFT, con due forme chiaramente più rappresentate: le proteinopatie TDP-43 (transactive response DNA binding protein of 43 kDa) e TAU (tubulin associated unit). Ognuna di queste forme presenta particolari associazioni cliniche e genetiche. Una causa genetica può essere trovata in circa un terzo dei pazienti con DLFT. Tra i tanti geni attualmente identificati, i tre principali sono GRN, C9orf72 e MAPT. In particolare, le espansioni ripetute del gene C9orf72 sono la causa più frequente di DLFT e SLA, isolata o in combinazione. Attualmente non esiste un trattamento curativo per le DLFT. I progressi nelle conoscenze genetiche hanno permesso di comprendere meglio i meccanismi fisiopatologici che possono essere modificati con interventi mirati. Lo sviluppo di approcci terapeutici gene-specifici potrebbe consentire di arrestare o di rallentare il processo lesivo e una migliore comprensione dell’evoluzione della malattia nelle sue fasi precoci e presintomatiche rappresenta oggi una delle sfide principali.