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Abstract
Nel mettere a disposizione oggetti, servizi, app e piattaforme, la trasformazione digitale dà forma a nuovi ambienti di vita, dimensioni al contempo analogiche e digitali in cui i soggetti (utenti e cittadini) agiscono, entrano in relazione e da cui sono interpellati, in un continuo rapporto di circolarità fra azioni e retroazioni. Si tratta di un contesto caratterizzato da una nuova forma di agire sociale e giuridico, rispetto al quale la piena autonomia dei soggetti agenti è di fatto ostacolata da limiti cognitivi, incompetenze e in molti casi anche da design ingannevoli. Obiettivo di questo contributo è esplorare la ricerca già in corso per individuare le variabili che impediscono la partecipazione pienamente consapevole al nuovo habitat digitale, evidenziando al contempo i limiti dell’attuale regolamentazione giuridica, idealmente orientata all’adozione di un modello di autonomia effettiva, che stenta però a trovare una concreta realizzazione. Il fine è cominciare a delineare alcune ipotesi di lavoro per orientare la discussione anche su possibili profili di intervento di carattere applicativo.