A. Theissen , C. Dubost , T.-N. Ouattara , M. Raucoules-Aimé
{"title":"Blocchi e infiltrazioni della parete addominale e del perineo","authors":"A. Theissen , C. Dubost , T.-N. Ouattara , M. Raucoules-Aimé","doi":"10.1016/S1283-0771(23)48691-4","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>I blocchi e le infiltrazioni della parete addominale contribuiscono all’analgesia in seguito a interventi chirurgici addominali o pelvici, con un ottimo rapporto rischio/beneficio. Possono a volte, in determinate situazioni, assicurare l’anestesia. A seconda della sede dell’incisione e della procedura chirurgica, l’anestesista deve conoscere le diverse tecniche di anestesia locoregionale (blocco del piano trasverso dell’addome [TAP], blocco del quadrato dei lombi, blocco paraombelicale, blocco del retto addominale, blocco ileoinguinale e ileoipogastrico, blocchi e infiltrazioni perineali, infiltrazioni). Queste tecniche si basano su reperi superficiali e sulla percezione di perdite di resistenza, la cui comparsa, talvolta casuale, può essere causa di fallimenti. Ciò sottolinea l’importanza della guida ecografica che oggi è considerata il gold standard per la maggior parte dei blocchi della parete addominale e del perineo. L’uso di questi blocchi e infiltrazioni è raccomandato ogni volta che è possibile, in aggiunta alle tecniche di analgesia classica e all’interno della gestione multimodale del dolore. Questa migliore gestione del dolore postoperatorio consente di ridurre o addirittura di evitare la somministrazione di morfina e di ridurne gli effetti avversi. Consente una mobilizzazione più rapida del paziente e la sua gestione in regime ambulatoriale e fa parte del concetto di recupero migliorato dopo chirurgia (RMDC). In quest’ottica, i blocchi e le infiltrazioni della parete addominale hanno un ampio campo d’azione, tenendo conto della frequenza e dell’intensità dei dolori postoperatori. Per ottenere un’analgesia postoperatoria prolungata, si utilizzano principalmente degli anestetici locali a lunga durata d’azione.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"29 1","pages":"Pages 1-19"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-01-24","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077123486914/pdfft?md5=7c60284ea610698db753c1e4b94334c8&pid=1-s2.0-S1283077123486914-main.pdf","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077123486914","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
I blocchi e le infiltrazioni della parete addominale contribuiscono all’analgesia in seguito a interventi chirurgici addominali o pelvici, con un ottimo rapporto rischio/beneficio. Possono a volte, in determinate situazioni, assicurare l’anestesia. A seconda della sede dell’incisione e della procedura chirurgica, l’anestesista deve conoscere le diverse tecniche di anestesia locoregionale (blocco del piano trasverso dell’addome [TAP], blocco del quadrato dei lombi, blocco paraombelicale, blocco del retto addominale, blocco ileoinguinale e ileoipogastrico, blocchi e infiltrazioni perineali, infiltrazioni). Queste tecniche si basano su reperi superficiali e sulla percezione di perdite di resistenza, la cui comparsa, talvolta casuale, può essere causa di fallimenti. Ciò sottolinea l’importanza della guida ecografica che oggi è considerata il gold standard per la maggior parte dei blocchi della parete addominale e del perineo. L’uso di questi blocchi e infiltrazioni è raccomandato ogni volta che è possibile, in aggiunta alle tecniche di analgesia classica e all’interno della gestione multimodale del dolore. Questa migliore gestione del dolore postoperatorio consente di ridurre o addirittura di evitare la somministrazione di morfina e di ridurne gli effetti avversi. Consente una mobilizzazione più rapida del paziente e la sua gestione in regime ambulatoriale e fa parte del concetto di recupero migliorato dopo chirurgia (RMDC). In quest’ottica, i blocchi e le infiltrazioni della parete addominale hanno un ampio campo d’azione, tenendo conto della frequenza e dell’intensità dei dolori postoperatori. Per ottenere un’analgesia postoperatoria prolungata, si utilizzano principalmente degli anestetici locali a lunga durata d’azione.