C. Ichai PhD, Professeur d’anesthésie réanimation, chef de service, J.-C. Orban PhD, Praticien hospitalier en anesthésie réanimation, H. Quintard Praticien hospitalier en anesthésie réanimation
{"title":"Ipofosfatemie in rianimazione","authors":"C. Ichai PhD, Professeur d’anesthésie réanimation, chef de service, J.-C. Orban PhD, Praticien hospitalier en anesthésie réanimation, H. Quintard Praticien hospitalier en anesthésie réanimation","doi":"10.1016/S1283-0771(19)42018-5","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Il fosforo (con calcio) è il costituente principale dell’osso. La sua abbondanza nella cellula gli conferisce importanti funzioni cellulari, tra cui la costituzione delle membrane fosfolipidiche e la produzione di energia sotto forma di adenosina trifosfato (ATP). Il metabolismo del fosforo e quello del calcio sono strettamente correlati. Il bilancio fosforico è normalmente strettamente regolato, essenzialmente grazie a un equilibrio tra assorbimento/escrezione di fosfato a livello intestinale e renale, attraverso trasportatori di membrana. Questo equilibrio, il cui obiettivo è l’asse dell’osso-intestino-rene, è realizzato soprattutto con degli ormoni. L’ormone paratiroideo, la calcitonina e il <em>fibroblast growth factor</em> 23 (FGF-23) hanno un effetto ipofosfatemizzante, mentre la vitamina D ha l’effetto opposto. Le ipofosfatemie sono associate a un aumento della morbimortalità in rianimazione. I fattori di rischio sono la denutrizione, l’alcolismo cronico, la sepsi e il periodo postoperatorio. Solo le ipofosfatemie acute moderate o profonde (inferiori a 0,65 mmol l<sup>-1</sup>) possono manifestarsi con segni non specifici neuromuscolari, respiratori e cardiovascolari. Le ipofosfatemie più frequenti in rianimazione sono associate a una normocalcemia e indotte da un trasferimento (infusione di insulina, sindrome da rinutrizione), da elevate perdite renali in assenza di un adeguato compenso in epurazione extrarenale continua o da un deficit di assorbimento intestinale (diarrea). Le altre cause di ipofosfatemia possono essere associate a un’ipercalcemia causata da un iperparatiroidismo primario o terziario. Possono essere associate a un’ipocalcemia a causa dell’aumento della fosfaturia indotto da acidosi metabolica, ipomagnesiemia, ipervolemia, rabdomiolisi, diuretici, iperparatiroidismo secondario (insufficienza renale cronica) o pseudoiperparatiroidismo. Solo l’ipofosfatemia profonda o sintomatica richiede una supplementazione, preferibilmente orale, mentre la via endovenosa è riservata alle forme più gravi.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2019-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077119420185","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
Il fosforo (con calcio) è il costituente principale dell’osso. La sua abbondanza nella cellula gli conferisce importanti funzioni cellulari, tra cui la costituzione delle membrane fosfolipidiche e la produzione di energia sotto forma di adenosina trifosfato (ATP). Il metabolismo del fosforo e quello del calcio sono strettamente correlati. Il bilancio fosforico è normalmente strettamente regolato, essenzialmente grazie a un equilibrio tra assorbimento/escrezione di fosfato a livello intestinale e renale, attraverso trasportatori di membrana. Questo equilibrio, il cui obiettivo è l’asse dell’osso-intestino-rene, è realizzato soprattutto con degli ormoni. L’ormone paratiroideo, la calcitonina e il fibroblast growth factor 23 (FGF-23) hanno un effetto ipofosfatemizzante, mentre la vitamina D ha l’effetto opposto. Le ipofosfatemie sono associate a un aumento della morbimortalità in rianimazione. I fattori di rischio sono la denutrizione, l’alcolismo cronico, la sepsi e il periodo postoperatorio. Solo le ipofosfatemie acute moderate o profonde (inferiori a 0,65 mmol l-1) possono manifestarsi con segni non specifici neuromuscolari, respiratori e cardiovascolari. Le ipofosfatemie più frequenti in rianimazione sono associate a una normocalcemia e indotte da un trasferimento (infusione di insulina, sindrome da rinutrizione), da elevate perdite renali in assenza di un adeguato compenso in epurazione extrarenale continua o da un deficit di assorbimento intestinale (diarrea). Le altre cause di ipofosfatemia possono essere associate a un’ipercalcemia causata da un iperparatiroidismo primario o terziario. Possono essere associate a un’ipocalcemia a causa dell’aumento della fosfaturia indotto da acidosi metabolica, ipomagnesiemia, ipervolemia, rabdomiolisi, diuretici, iperparatiroidismo secondario (insufficienza renale cronica) o pseudoiperparatiroidismo. Solo l’ipofosfatemia profonda o sintomatica richiede una supplementazione, preferibilmente orale, mentre la via endovenosa è riservata alle forme più gravi.