M. Catarci, Massimiliano Fiorucci, M. Giorda, G. Gervasio, Manfredi Merluzzi, Paola Perucchini
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Abstract
Il contributo che proponiamo offre una riflessione sulla confusione semantica e sui limiti dei discorsi sulla radicalizzazione che spesso contribuiscono ad alimentare stereotipi e pregiudizi, accelerando la diffusione di paure sociali già storicamente radicate, come quelle relative alle diversità culturali e religiose. Anziché soffermarci su modi e tecniche di azioni preventive di processi (almeno mediaticamente) sopravvalutati, proponiamo che l'educazione interculturale sia l'approccio più fruttuoso per operare una pulizia lessicale e concettuale, per prevenire le discriminazioni - in primis l'islamofobia - come mostrano i risultati del progetto PriMed-Prevenzione e interazione nello spazio trans-mediterraneo, per gettare le basi di legami sociali e culturali complessi e plurali. La prospettiva interdisciplinare si fonda su differenti approcci metodologici e su una variegata e recente letteratura proveniente, in particolare, dall'ambito pedagogico, psicologico, sociologico e storico.