{"title":"Scoutismo o scautismo? Norma ed uso nell’adattamento in italiano dei prestiti","authors":"M. Loporcaro","doi":"10.35948/2532-9006/2023.27945","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"L’Accademia della Crusca ha ricevuto negli anni diversi quesiti circa l’ortografia corretta del sostantivo designante i membri del movimento giovanile fondato ai primi del Novecento dall’alto ufficiale britannico Robert Baden-Powell: (boy-)scout o scaut? Alcuni dei quesiti provengono da esponenti del movimento, anche investiti di ruoli ufficiali: “come responsabile nazionale del Centro Documentazione dell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), chiedo un vostro parere sul come scrivere in italiano la parola Scout, Scoutismo o Scaut, Scautismo nella nostra lingua. Una lunga disputa tra persone del settore, soci ed amici ci spinge alla richiesta di un vostro illuminante ed autorevole parere. Grazie” (G. Z. da Roma). Le domande s’incentrano spesso sul tema della correttezza normativa: “Qual è la grafia corretta? Scautismo o Scoutismo, Scout o Scouts (per il plurale) Scout o Scaut (per il singolare), Scautistico/-a oppure Scoutistico/-a. Mille grazie e se possibile spiegatemi il perché di una scelta o di un’altra” (Paolo Maria Grossholz da Alessandria). Si invoca anche, come si vede, una spiegazione, e in alcuni quesiti s’inizia poi anche ad impostarla: “Il mio quesito riguarda la parola scout, entrata nell’italiano invariata, e in particolare il suo derivato in -ismo che troviamo in due diverse forme: scoutismo e scautismo. Il dubbio è se italianizzare una parola (aggiungendo il suffisso anzidetto) la rende italiana a tutti gli effetti (declinazione, pronuncia, ecc.) e quindi sia da preferire la seconda”. Così P. V., da Carpi, che intitola il quesito – molto opportunamente, come si vedrà – “Forestierismi adattati” e altrettanto giustamente tematizza la differenza che intercorre fra il nome di base e i suoi derivati.","PeriodicalId":168948,"journal":{"name":"XXIV, 2023/1 (gennaio-marzo)","volume":"21 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-03-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"XXIV, 2023/1 (gennaio-marzo)","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.35948/2532-9006/2023.27945","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’Accademia della Crusca ha ricevuto negli anni diversi quesiti circa l’ortografia corretta del sostantivo designante i membri del movimento giovanile fondato ai primi del Novecento dall’alto ufficiale britannico Robert Baden-Powell: (boy-)scout o scaut? Alcuni dei quesiti provengono da esponenti del movimento, anche investiti di ruoli ufficiali: “come responsabile nazionale del Centro Documentazione dell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), chiedo un vostro parere sul come scrivere in italiano la parola Scout, Scoutismo o Scaut, Scautismo nella nostra lingua. Una lunga disputa tra persone del settore, soci ed amici ci spinge alla richiesta di un vostro illuminante ed autorevole parere. Grazie” (G. Z. da Roma). Le domande s’incentrano spesso sul tema della correttezza normativa: “Qual è la grafia corretta? Scautismo o Scoutismo, Scout o Scouts (per il plurale) Scout o Scaut (per il singolare), Scautistico/-a oppure Scoutistico/-a. Mille grazie e se possibile spiegatemi il perché di una scelta o di un’altra” (Paolo Maria Grossholz da Alessandria). Si invoca anche, come si vede, una spiegazione, e in alcuni quesiti s’inizia poi anche ad impostarla: “Il mio quesito riguarda la parola scout, entrata nell’italiano invariata, e in particolare il suo derivato in -ismo che troviamo in due diverse forme: scoutismo e scautismo. Il dubbio è se italianizzare una parola (aggiungendo il suffisso anzidetto) la rende italiana a tutti gli effetti (declinazione, pronuncia, ecc.) e quindi sia da preferire la seconda”. Così P. V., da Carpi, che intitola il quesito – molto opportunamente, come si vedrà – “Forestierismi adattati” e altrettanto giustamente tematizza la differenza che intercorre fra il nome di base e i suoi derivati.