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Ritualisme, religion, codes symboliques des associations criminelles en milieu pénitentiaire
L'articolo nasce dall’esigenza di comprendere le peculiarita del fenomeno mafioso, con un interesse specifico rivolto alle dinamiche di matrice comunicativa. Si analizzano i ritualismi, vagliando l'insieme di pratiche che consentono una modalita comunicativa all’interno di luoghi dove l’interazione e rigidamente controllata, come gli Istituti Penitenziari. Lo scambio informativo all’interno di strutture a connotazione protetta e infatti un focus imprescindibile, visto il continuo passaggio di informazioni che avviene attraverso l'utilizzo di rituali, simboli e miti. Nelle carceri si costituisce quindi un simil-nucleo sociale che, con le dovute proporzioni, ritrae quello presente all’esterno, fatte salve le limitazioni colloquiali da aggirare. Infatti, nonostante i severi divieti imposti, le mafie sono riuscite a elaborare validi succedanei dei loro abituali processi esterni che hanno reso possibile, in ambito intramurario, l’implementazione di pratiche apparentemente impensabili (affiliazioni, estorsioni, omicidi e spaccio di droga). I modelli osservabili delle fattezze comunicative di riferimento sono eterogenei : si va dall’affiliazione, con connotazioni cavalleresche, massoniche e carbonare, alla cultura definibile come mafiosa, rintracciabile nei social media, nel cinema, nella musica e anche nel ruolo simbolico che hanno i murales e ancora di piu i tatuaggi.