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摘要
年轻的人文主义者彼得罗·本博(Pietro Bembo)最有趣的方面之一,也是因为他为未来的研究提供了广阔的处子之处,就是使用古典语言来建立和定义自己的知识和权威身份。不仅即Bemboumanista拉丁和我们所熟悉的语言学家的著作(Aetna, De Virgili和Terentii fabulis, De Guido Ubaldo Feretrio deque Elisabetha Gonzagia Urbini ducibus),也因为Bembo粗俗(Rime文学作家,索拉和不断的继续):一种双重身份在流体,正如Dionisotti,对话(见。根据本博自己的一封信,在1492年逃离威尼斯之后,希腊人在墨西拿的君士坦丁·拉斯卡利斯学校(君士坦丁·拉斯卡利斯学校)的两年时间内和之后进行的研究的影响是有根据的。在这两年的研究中,特别是在为希腊字母辩护时,
“Non si deve portare un anello stretto al dito”: L’orazione Pro litteris graecis di Pietro Bembo e la questione della lingua
UNO DEGLI ASPETTI PIÙ INTRIGANTI del giovane Pietro Bembo umanista, anche per l’ampio terreno vergine che ancora offre alla futura ricerca, è rappresentato dall’uso delle lingue classiche come mezzo per costruire e definire la propria identità intellettuale ed autoriale; non solo cioè del Bemboumanista e filologo a noi noto dagli scritti latini (De Aetna, il De Virgili e Terentii fabulis, e il De Guido Ubaldo Feretrio deque Elisabetha Gonzagia Urbini ducibus), quanto anche del Bembo scrittore di letteratura volgare (Rime, Asolani e Prose): una doppia identità in continuo e fluido dialogo, come già notava Dionisotti (cfr. sotto nota 128), per cui fondativa appare l’incidenza dello studio del greco durante e dopo i due anni presso la scuola di Costantino Lascaris a Messina avvenuta, secondo una lettera dello stesso Bembo, dopo quasi un’inspiegabile, improvvisa e pressoché segreta fuga da Venezia, nel 1492. Un’incidenza, quella del greco, che ci è dato oggi compulsare attraverso l’analisi di alcune primizie a noi sopraggiunte di quel biennio fervido di studi, tra cui, in particolare, un’orazione in favore delle lettere greche in cui distinto affiora,