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Una deportazione durante il Ventennio fascista. Gli alti dignitari etiopi confinati a Mercogliano (1937-1940)
Alla fine degli anni Trenta, nel paese di Mercogliano (Avellino) furono confinati circa cento cittadini dell'Etiopia, appartenenti alla classe dirigente del Paese e facenti parte di un più ampio gruppo di aristocratici deportati in Italia in seguito all'attentato contro Rodolfo Graziani (19 febbraio 1937). Gli etiopi, alloggiati in due istituti religiosi, furono sottoposti a un regime non particolarmente duro dal punto di vista materiale, ma traumatico sotto il profilo psicologico, anche perché quasi tutti avevano giurato fedeltà all'Italia e si aspettavano di avere un ruolo politico nella nuova Etiopia coloniale. I deportati furono rimpatriati tra la seconda metà del 1938 e l'inizio del 1940. Per la maggior parte di loro, l'esperienza della deportazione rappresentò una frattura nei rapporti con l'Italia e per il regime fascista si rivelò controproducente.