戈拉斯卡文化的葬礼仪式

R. D. Marinis
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In completa assenza di resti scheletrici l’ipotesi di tombe a inumazione e stata formulata unicamente in base alle dimensioni della fossa, peraltro non eccezionali. Secondo Grassi e Mangani quattro tombe a fossa della necropoli del Monsorino di Golasecca sarebbero inumazione sempre esclusivamente sulla base delle dimensioni della fossa. \nL’Autore respinge queste interpretazioni come infondate. Innanzitutto in assenza di resti scheletrici a causa della forte acidita del terreno si possono prendere in considerazione due ipotesi: l’inumazione oppure il rito dello spargimento delle ossa combuste sul fondo della tomba. L’analisi dei materiali di corredo indica come verosimile la seconda ipotesi. Nella tomba 12/1995 vi e un frammento di spillone spezzato e ripiegato. La defunzionalizzazione in ossequio a norme rituali e caratteristica delle tombe a cremazione. Nella necropoli di Pombia in due tombe a fossa, la 4/1995 e la 7/1995, di dimensioni paragonabili a quelle considerate a inumazione, sono state scoperte ossa combuste, viene quindi confermata la presenza del rito dello spargimento delle ceneri sul fondo della tomba. \nNella tomba 39 del Monsorino un boccale a corpo globoso e collo distinto ha l’ansa asportata con un taglio netto sia all'attacco superiore che a quello inferiore, secondo una norma rituale tipica della cultura di Golasecca quando un recipiente e utilizzato come contenitore per le ossa combuste, inoltre nella stessa tomba gli oggetti di metallo sono posti verso un’estremita della fossa, ma il fermaglio da cintura dovrebbe essere al centro della fossa se si trattasse di una tomba a inumazione. \nGrassi, Mangani e Voltolini sostengono che la tomba del Tripode di Sesto Calende sarebbe stata una tomba a inumazione in base alla posizione degli oggetti, inoltre la tomba avrebbe avuto un fondo interamente rivestito di assi di legno ed anche una copertura di assi di legno e non sarebbe mai stata oggetto di violazione con asportazione della copertura e di parte del corredo. L’Autore presenta i dati di scavo, fra cui alcuni ancora inediti, che dimostrano con chiarezza l’avvenuta violazione della tomba e la inattendibilita della ricostruzione della tomba proposta da Grassi, Mangani e Voltolini. Non essendosi conservato alcun resto dello scheletro, bisogna pensare a una sua completa dissoluzione a causa della natura del terreno, troppo acido, ma questo fatto e smentito dalla conservazione di ossa animali in una delle coppe. Inoltre, nell'angolo NE della tomba e stato rinvenuto il corpo di una piccola fibula a sanguisuga, priva di molla, ago e staffa, tutta deformata per effetto termico, evidentemente proveniente dal rogo. La disposizione dei materiali e incompatibile con l’ipotesi di una tomba a inumazione, in particolare uno spiedo di ferro e stato trovato frammisto alle catenelle del lungo pendaglio/pettorale. \nGrassi, Mangani e Voltolini ritengono che la prova incontrovertibile della presenza di inumazioni nelle facies di Golasecca e Como siano due tombe della piccola necropoli di Urago d’Oglio, datata alla seconda meta del V secolo e attribuita alla cultura di Golasecca. Questa tesi e frutto di una serie di macroscopici errori di classificazione tipologica, datazione e inquadramento culturale. Infatti, quattro tombe a cremazione sono databili alla fine del VI secolo, mentre due tombe a inumazione sono databili al LT B e devono essere attribuite ai Galli Cenomani.","PeriodicalId":30393,"journal":{"name":"IpoTESI di Preistoria","volume":"27 1","pages":"1-56"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2019-10-09","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Sui riti funerari della cultura di Golasecca\",\"authors\":\"R. D. Marinis\",\"doi\":\"10.6092/ISSN.1974-7985/9894\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Tanto M. Primas nel 1970 quanto l’Autore nel 1988 hanno sostenuto che nell’ambito della cultura di Golasecca fossero riconoscibili tre facies culturali, Como, Golasecca, il Sopraceneri compresa la Mesolcina. 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摘要

1970年的M. Primas和1988年的作者都认为,在歌拉斯卡文化中,有三种文化特征是可以识别的:Como,歌拉斯卡,上拉斯卡,包括中霉素。根据当时的数据,可以肯定的是,在前两种情况下,唯一的葬礼仪式是火化,而在灰山的北部,火化逐渐变成了双重仪式,最后,埋葬是唯一的葬礼仪式。最近有人提出,戈拉斯卡的外貌也包括埋葬的坟墓。甘巴里说,两个庞贝墓地坟墓,t. 12/1995和t. 15/1995可以解释为埋葬儿童或青少年的坟墓。在完全没有骨骼遗骸的情况下,埋葬坟墓的假设完全是根据坟墓的大小来制定的,尽管这并不罕见。根据Grassi和Mangani的说法,Monsorino di golas夹板墓地的四个坟墓总是完全根据坟墓的大小来埋葬的。作者否认这些解释是毫无根据的。首先,由于土壤酸性强,没有骨骼遗骸,可以考虑两种情况:埋葬或在坟墓底部焚烧骨骼的仪式。对嫁妆材料的分析表明,后者是可能的。在坟墓12/1995中,发现了一根断了的别针碎片。按照火化坟墓的仪式和特征规范去功能性。在两个坟墓(1995年4月和1995年7月)的庞贝墓地中,发现了燃烧的骨头,这证实了在坟墓底部焚烧骨灰的仪式。Monsorino的坟墓中39是紧身体globoso和单独放进l’ansa了袭击沼泽都有决裂的下限,根据一项仪式Golasecca当一个容器和文化的典型的虎骨灰尘,还被用作容器相同的金属物体被放置到坟墓的坟墓,但手袋的un’estremita皮带应该坑的中心,这是一个坟墓埋葬。脂肪、Mangani和Voltolini争辩说,第六。这将是一个坟墓三脚架的坟墓埋葬在坟墓的物体的立场的基础上,还会有一个完全的木板覆盖基金的木板覆盖的和永远不会被违反的去除率的覆盖范围和部分支持。作者提供了挖掘数据,包括一些未发表的数据,这些数据清楚地证明了坟墓被侵犯的事实,以及胖子、曼加尼和沃尔托里尼提出的坟墓重建的不可靠性。由于没有保存骨骼的任何部分,你必须考虑由于土壤的性质,它是完全溶解的,酸性太强,但这被保存在一个碗里的动物骨头所抵消。此外,在坟墓的角落里发现了一具没有弹簧、针和镫骨的小水蛭的尸体,所有这些都是热作用造成的,显然是火刑柱造成的。这些材料的排列与埋葬坟墓的情况是不相容的,特别是在长垂饰/胸肌的链条上发现了一根铁杆。格拉西、曼加尼和沃尔托里尼认为,戈拉斯卡和科莫的外貌中存在印记的无可争议的证据是五世纪下半叶乌拉戈·德·奥里奥斯的两个小墓地,属于戈拉斯卡文化。这一观点是类型学分类、日期和文化分类等一系列重大错误的结果。事实上,在六世纪末,有四个火葬坟墓,而两个火葬坟墓的日期是LT B,必须归红高卢人所有。
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Sui riti funerari della cultura di Golasecca
Tanto M. Primas nel 1970 quanto l’Autore nel 1988 hanno sostenuto che nell’ambito della cultura di Golasecca fossero riconoscibili tre facies culturali, Como, Golasecca, il Sopraceneri compresa la Mesolcina. In base ai dati allora disponibili si poteva affermare che nelle prime due facies il rito funerario esclusivo fosse la cremazione, mentre a nord del Monte Ceneri si e passati gradualmente dalla cremazione al biritualismo e infine all’inumazione come rito funerario esclusivo. Recentemente e stata prospettata la tesi che nella facies di Golasecca fossero presenti anche tombe a inumazione. Secondo Gambari due tombe a fossa della necropoli di Pombia, la t. 12/1995 e la t. 15/1995 sarebbero da interpretare come tombe a inumazione di soggetti in eta infantile o adolescenziale. In completa assenza di resti scheletrici l’ipotesi di tombe a inumazione e stata formulata unicamente in base alle dimensioni della fossa, peraltro non eccezionali. Secondo Grassi e Mangani quattro tombe a fossa della necropoli del Monsorino di Golasecca sarebbero inumazione sempre esclusivamente sulla base delle dimensioni della fossa. L’Autore respinge queste interpretazioni come infondate. Innanzitutto in assenza di resti scheletrici a causa della forte acidita del terreno si possono prendere in considerazione due ipotesi: l’inumazione oppure il rito dello spargimento delle ossa combuste sul fondo della tomba. L’analisi dei materiali di corredo indica come verosimile la seconda ipotesi. Nella tomba 12/1995 vi e un frammento di spillone spezzato e ripiegato. La defunzionalizzazione in ossequio a norme rituali e caratteristica delle tombe a cremazione. Nella necropoli di Pombia in due tombe a fossa, la 4/1995 e la 7/1995, di dimensioni paragonabili a quelle considerate a inumazione, sono state scoperte ossa combuste, viene quindi confermata la presenza del rito dello spargimento delle ceneri sul fondo della tomba. Nella tomba 39 del Monsorino un boccale a corpo globoso e collo distinto ha l’ansa asportata con un taglio netto sia all'attacco superiore che a quello inferiore, secondo una norma rituale tipica della cultura di Golasecca quando un recipiente e utilizzato come contenitore per le ossa combuste, inoltre nella stessa tomba gli oggetti di metallo sono posti verso un’estremita della fossa, ma il fermaglio da cintura dovrebbe essere al centro della fossa se si trattasse di una tomba a inumazione. Grassi, Mangani e Voltolini sostengono che la tomba del Tripode di Sesto Calende sarebbe stata una tomba a inumazione in base alla posizione degli oggetti, inoltre la tomba avrebbe avuto un fondo interamente rivestito di assi di legno ed anche una copertura di assi di legno e non sarebbe mai stata oggetto di violazione con asportazione della copertura e di parte del corredo. L’Autore presenta i dati di scavo, fra cui alcuni ancora inediti, che dimostrano con chiarezza l’avvenuta violazione della tomba e la inattendibilita della ricostruzione della tomba proposta da Grassi, Mangani e Voltolini. Non essendosi conservato alcun resto dello scheletro, bisogna pensare a una sua completa dissoluzione a causa della natura del terreno, troppo acido, ma questo fatto e smentito dalla conservazione di ossa animali in una delle coppe. Inoltre, nell'angolo NE della tomba e stato rinvenuto il corpo di una piccola fibula a sanguisuga, priva di molla, ago e staffa, tutta deformata per effetto termico, evidentemente proveniente dal rogo. La disposizione dei materiali e incompatibile con l’ipotesi di una tomba a inumazione, in particolare uno spiedo di ferro e stato trovato frammisto alle catenelle del lungo pendaglio/pettorale. Grassi, Mangani e Voltolini ritengono che la prova incontrovertibile della presenza di inumazioni nelle facies di Golasecca e Como siano due tombe della piccola necropoli di Urago d’Oglio, datata alla seconda meta del V secolo e attribuita alla cultura di Golasecca. Questa tesi e frutto di una serie di macroscopici errori di classificazione tipologica, datazione e inquadramento culturale. Infatti, quattro tombe a cremazione sono databili alla fine del VI secolo, mentre due tombe a inumazione sono databili al LT B e devono essere attribuite ai Galli Cenomani.
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