{"title":"技术作为方法和设计的演讲","authors":"Paolo Tombesi","doi":"10.36253/techne-14630","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Se da una parte è inevitabile porsi delle domande sul ruolo della tecnologia nella costruzione, oggi questo equivale anche ad interrogarsi sul significato della parola stessa, nonché della sfera disciplinare di appartenenza. Nell’accezione anglofona e sassone, da cui deriva molta manualistica di riferimento, il termine è ancora prevalentemente utilizzato, tout court ed ecumenicamente, per descrivere l’insieme dei mezzi e metodi della costruzione, ovvero le tecniche di produzione, assemblaggio e funzionamento dei componenti dell’organismo edilizio, di solito senza riferimenti espliciti alle manifatture di provenienza o al loro livello di avanzamento. Piú in generale, é il cono visivo degli studi sulla costruzione che sembra attestarsi su questa lettura, privilegiando la doppia connotazione materiale e immediatamente strumentale di ‘tecnologia’, indipendentemente dalla scala applicativa o dal grado di articolazione interno del sistema di lavoro corrispondente. Viene da chiedersi, però, se l’identificazione della tecnologia con insiemi di tecniche per definizione aprioristiche rispetto al progetto e tutto sommato autoreferenziali sia funzionale alle sfide odierne della costruzione nonché ai compiti di coloro chiamati a gestirla ed indirizzarla. In un contesto come quello globale attuale, in cui l’attività edilizia é tanto importante dal punto di vista dello sviluppo socio-economico quanto critica da quello delle pressioni ambientali indotte, una domanda sorge infatti spontanea: é possibile rimanere ancorati ad una visione essenzialmente positivista della tecnologia – risposta diretta a serie di esigenze produttive scorporate da esiti che vadano oltre il manufatto edilizio in sé – oppure é necessario pensare alla possibilità di allargarne i confini concettuali, che la facciano diventare metodo di analisi e di riflessione più generali? In questo senso sembra utile soffermarsi sulle sue due componenti etimologiche – tekne (tecnica) e logos (discorso), ponendo però l’accento sulla seconda piuttosto che sulla prima. In tal modo, tecnologia verrebbe a significare, anche retoricamente, ‘riflessione sulla tecnica’; il che, in uno scenario produttivamente avanzato, cioé con una molteplicità di tecniche a disposizione, avvicinerebbe molto la natura di tale riflessione ad una definizione classica di ‘economia’, piu precisamente quella avanzata dall’inglese Lionel Robbins nel 1932 – “la scienza che studia il comportamento umano in quanto relazione tra fini e mezzi limitati che hanno usi alternativi” (Robbins, 1932). Una tale sovrapposizione lessicale renderebbe perfettamente conto di una possibile, importante missione della tecnologia in quanto disciplina al giorno d’oggi, e cioè lo studio per una gestione efficace delle materie utilizzabili per costruire, non solo dal punto di vista edilizio ma anche da quello ambientale ed industriale. Di fatto, il considerare la giustapposizione di tali materie ‘economicamente’, in quanto risorse, produttrici di beni o portatrici di esternalità, potrebbe generare valutazioni realmente complesse della produzione a queste collegata, riguardanti l’oggetto costruito nella sua interezza storica, non solo in quanto fine naturale ma anche in quanto mezzo (o causa) per l’ottenimento di risultati altrettanto decisivi in contesti altri. La questione, a questo punto, é di metodo: esiste una base epistemologica appropriata per provare a fare questo? Se si, quali sono le sue unità conoscitive di base? 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Tecnologia come discorso sul metodo e sul progetto
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期刊介绍:
TECHNE, Journal of Technology for Architecture and Environment is the scientific magazine of SITdA, the Italian Society of Architectural Technology. Techne aims: to publicize significant contributions in the technological and environmental planning action area, to provide a tool for international comparison on research themes in that area, to promote the recognition of scientific contributions in accordance with its criteria on the evaluation of research in an academic context and to promote the circulation of contributions concerning research and experimentation, the results and effects of which are interesting in terms of social, economic, environmental and cultural impact. The magazine endorses an editorial policy primarily geared towards the diffusion of knowledge, favouring access to it and ensuring reliable and original contributions as well as recognition to the authors, whose protection is a top priority but not limiting. Techne publishes two issues a year; it includes articles, essays, columns, interviews and reviews by authors who work in the academic world, in research, design, industry, and entrepreneurial and client organizations.