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Il primo concerne la scelta degli aspetti procedimentali in grado di conciliare le esigenze di stabilità e continuità dell’architettura costituzionale, da un lato, e quelle di rinnovamento eventualmente sopravvenute, dall’altro, per consentire all’ordinamento costituzionale di corrispondere ragionevolmente al divenire sociale, evitando una rigidità assoluta e paralizzante. Da questa prospettiva, si analizzano le diverse soluzioni di „aggravio” dell’iter di revisione costituzionale prospettate nei lavori dell’Assemblea costituente, evidenziandone le specifiche criticità anche alla luce della successiva attuazione dell’art. 138 Cost. Il secondo profilo di riflessione riguarda invece la natura del referendum costituzionale nel procedimento di revisione, nell’ambito del più ampio dibattito sull’innesto di strumenti di democrazia diretta all’interno di modelli ordinamentali ispirati alla democrazia rappresentativa. Il lavoro dedica infine attenzione alla distinzione tra leggi di revisione e altre leggi costituzionali contenuta nel primo comma dell’art. 138 Cost., interrogandosi sul significato di tale distinzione nel complessivo sistema delle fonti e sulle diverse ricostruzioni emerse a tale riguardo nel dibattito dottrinale.","PeriodicalId":32741,"journal":{"name":"Torunskie Studia PolskoWloskie","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-05-05","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"La fase costituente: alle origini dell’art. 138 Costituzione\",\"authors\":\"D. 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La fase costituente: alle origini dell’art. 138 Costituzione
Il contributo si sofferma sulle principali questioni affrontate in seno all’Assemblea costituente con riferimento alla rigidità costituzionale ed al procedimento di revisione della Costituzione italiana, al fine di ricostruire il percorso genetico dell’art. 138 Cost. Dopo una sintetica analisi delle principali posizioni emerse nel dibattito e delle relative proposte di formulazione del testo, accomunate dalla volontà di irrigidire la Costituzione repubblicana, l’indagine affronta due profili di particolare rilievo. Il primo concerne la scelta degli aspetti procedimentali in grado di conciliare le esigenze di stabilità e continuità dell’architettura costituzionale, da un lato, e quelle di rinnovamento eventualmente sopravvenute, dall’altro, per consentire all’ordinamento costituzionale di corrispondere ragionevolmente al divenire sociale, evitando una rigidità assoluta e paralizzante. Da questa prospettiva, si analizzano le diverse soluzioni di „aggravio” dell’iter di revisione costituzionale prospettate nei lavori dell’Assemblea costituente, evidenziandone le specifiche criticità anche alla luce della successiva attuazione dell’art. 138 Cost. Il secondo profilo di riflessione riguarda invece la natura del referendum costituzionale nel procedimento di revisione, nell’ambito del più ampio dibattito sull’innesto di strumenti di democrazia diretta all’interno di modelli ordinamentali ispirati alla democrazia rappresentativa. Il lavoro dedica infine attenzione alla distinzione tra leggi di revisione e altre leggi costituzionali contenuta nel primo comma dell’art. 138 Cost., interrogandosi sul significato di tale distinzione nel complessivo sistema delle fonti e sulle diverse ricostruzioni emerse a tale riguardo nel dibattito dottrinale.