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“Il nero è la fame”: Paolo Valera, un mappatore dell’Ottocento
Nel 1901 sulla rivista La Folla, Paolo Valera esprime una sorta di “lezione di metodo”, per cui il suo lavoro di intellettuale sarebbe finalizzato alla realizzazione di una “mappa descrittiva” della plebe milanese, dipinta con i colori più vari, sopra a cui spicca quello nero della fame. Inseguendo la metafora del mappatore, che lo stesso Valera propone, è possibile operare una riflessione sul ruolo demandato da Valera allo scrittore nella moderna società di massa e sullo spostamento di prospettiva della sua produzione dalla città alla folla. L’intero percorso dell’autore è così teso non solo a una maturazione stilistica, ma anche all’acquisizione di un ruolo nuovo, non più assimilabile a quello del palombaro, ma affine a quello dell’intellettuale-proletario. In questa evoluzione permane la tendenza catalogatrice e ordinatrice dello stile valerano, che, sfruttando l’alimentazione come impalcatura e linea strutturale, termina con il delineare una guerra classista del ventre.