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Nel saggio vengono analizzati due componimenti dell’ultima raccolta di Pasolini, La nuova gioventù. In entrambe queste opere l’autore ricorre a una stilizzazione della propria voce creando un effetto che vede in gioco maschere mitologiche (Edipo, Socrate) a cui viene demandato di esprimere l’inutilità del sapere che l’autore stesso ha accumulato. Questi due testi possono costituire una cornice dentro cui iscrivere la postura ideologica e psicologica dell’ultima fase dell’opera di Pasolini.