安德鲁的约翰神学文化

IF 0.1 0 RELIGION
A. Padovani
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Il punto di partenza è in effetti costituito proprio dal Lombardo che al luogo indicato, 1, così esordisce: Nunc de veritate, sive proprietate, sive incommutabilitate atque simplicitate divinae naturae, sive substantiae sive essentiae agendum. l’Aquinate tiene presente anche il De divinis nominibus di Dionigi, di cui il lemma ‘la causa prima è superiore ad ogni narrazione’—rinviante alla ineffabilità del primo principio—è tratto caratteristico , analizzato da Tommaso nel commento al Liber medesimo (prop. 6). Cf. su tutto Tommaso d’Aquino, Commento al Libro delle cause, cur. Cristina D’Ancona Costa (Milano 1986) 68-94 con estesa bibliografia ancora ampliata in [Anonymus] Liber de causis: Das Buch von den Ursachen (Hamburg 2003) 131-154. Per Alberto Magno e Tommaso si v. almeno Henri-Dominique Saffrey, ‘L’État actuel des Recherches sur le Liber de causis comme source de la Métaphisique au Moyen Âge’, Die Metaphysik im Mittelalter: Ihr Ursprung und ihre Bedeutung: Vorträge des II. Internationalen Kongress für Mittelalterliche Philosophie. Köln 31.8-6.9.1961, curr. Paul Wilpert e Willehad Paul Eckert (Miscellanea medievalia: Veröffentlichungen des Thoma-Instituts an der Universität Köln, 2; Berlin 1963) 269, 273, 279-280. 21 Johannes Andreae, Clementinae Constitutiones (Venetiis 1600) ad Clem. 1.1.1 s.v. omnibus. 22 Ibid. GIOVANNI D’ANDREA 263 Ora, non v’è dubbio che s. Tommaso, in più luoghi, indugi sul significato dei termini ‘natura’, ‘substantia’, ‘essentia’, ‘persona’ riferiti a Dio, trinità di persone nell’unica sostanza;23 ma nel passo del canonista bolognese—peraltro espresso in veste squisitamente tecnica—di tomista v’è poco o nulla. Penserei, piuttosto, alla ripresa di un tema caro alla riflessione di Scoto, centrata sulla distinzione formale. Per il francescano scozzese più cose o più perfezioni sono distinte formalmente quando concettualmente l’una è irriducibile all’altra, mentre ‘in re’, o ‘in natura’, è assurdo che esistano separatamente24. Così, l’unica essenza divina va distinta dalla trinità delle persone: l’una e le altre, però, lungi dall’escludersi a vicenda, si coimplicano nel mistero della vita o della natura trinitaria. Nella prospettiva scotista la distinzione formale consente, appunto, di distinguere le tre persone divine dall’essenza comune. L’unità astratta— quella che viene colta, ad esempio, dalle scienze matematiche—e la pluralità sono superate—in Scoto, come in Giovanni d’Andrea—nella sintesi dell’unità vivente che non perde nulla della sua semplicità quando comprende in sé il vario e il plurimo. Del valore di questa apertura al pensiero di un critico severo di s. Tommaso, quale fu Duns Scoto, mi occuperò più avanti. Qui occorreva almeno accenarvi, quasi ‘ratione materiae’, al fine di mantenere la coerenza e la continuità dell’esposizione in sede di trattazione del dogma trinitario. 23 Cf. almeno In I Sent. d.8 q.3 a.3, exp.: ‘natura vel substantia sive essentia . . . sumuntur hic pro eodem’; S.Th. I q. 29 aa. 1-2; a. 3, resp.: ‘persona . . . significat id quod est perfectissimum in tota natura, scilicet subsistens in naturali natura. Unde, cum omne illud quod est perfectionis, Deo sit attribuendum, eo quod eius essentia continet in se omnem perfectionem, conveniens est ut hoc nomen persona de Deo dicatur’. Sul problema si era soffermato diffusamente s. Agostino, De Trinitate, l. VII (opera presente nella biblioteca di Giovanni Calderini. Già posseduta da Giovanni d’Andrea?). 24 Sul tema esiste un’ampia bibliografia. Per una introduzione cf. Efrem Bettoni, Duns Scoto filosofo (Milano 1966) 125-126; Etienne Gilson, Giovanni Duns Scoto: introduzione alle sue posizioni fondamentali (Milano 2008) 250-60. 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摘要

e、 非还原性对人的考虑,原文如此。我考虑到了一些具体的习惯,特别是实质性的,这是一个基本的和全面的。它是一种模式:从普遍性的角度来看,它是自然的:自然的本质是神圣的本质,它在一个新的人物中占有一席之地:单一的本质是不可分割的。Clementinae印刷版中的一个边缘注释,22指的是Pietro Lombardo的Liber Sententiarum(I dist。事实上,起点是由伦巴第人构成的,他在所示的位置1开始如下:Nunc de veritate,sive propertiate,sive incomputabilite atque simplicitate diveae naturee,sive substance sive essentiae agendum。阿奎那还考虑到了狄奥尼修斯的De divinis nominibus,其中引理“第一原因优于任何叙事”——指的是第一原则的无效性是一个特征,托马斯在对利伯本人的评论中分析了这一点(道具6)。参见托马斯·阿奎那,《案例论》,当前版本。克里斯蒂娜·德安科纳·科斯塔(Cristina D'Ancona Costa,1986年,米兰)68-94,扩展参考书目仍在[匿名]自由:Das Buch von den Ursachen(汉堡,2003年)131-154中扩展。对于阿尔伯特大帝和托马斯来说,至少可以看到亨利·多米尼克·萨夫雷(Henri Dominique Saffrey。国际哲学家。1961年科隆31.8-6.9。Paul Wilpert和Willehad Paul Eckert(医学评论:科隆大学托马研究所,2;柏林,1963年)269、273、279-280。21 Johannes Andreae,Clementinae Constitutiones(威尼斯1600年)ad Clem。1.1.1 s.v.综合。22同上,安德里亚的约翰263现在,毫无疑问,圣托马斯在几个地方徘徊在“自然”、“实体”、“本质”、“人”等术语的含义上,这些术语指的是上帝,是一种物质中的三位一体的人;23,但在博洛尼亚圣人的段落中,作为一个假信徒,他以精湛的技术能力表达了自己的观点,几乎没有。我更愿意考虑恢复一个斯科特思考的主题,以形式上的区别为中心。对于苏格兰方济各会来说,当概念上一个事物与另一个事物不可约时,更多的事物或更多的完美就被正式区分了,而“在re”或“在性质中”,它们单独存在是荒谬的。24因此,唯一的神圣本质必须与三位一体的人区分开来:然而,一个和另一个并没有相互排斥,而是在三位一体的生命或自然的神秘中共同简化。从苏格兰的角度来看,形式上的区分使我们能够从共同的本质中区分三个神圣的人。例如,数学科学和复数所掌握的抽象统一在斯科特身上被克服了,就像安德鲁的约翰在生活统一的综合中所克服的那样,当它本身理解多样性和复数时,它不会失去任何简单性。这种对圣托马斯的严厉批评者(如Duns Scotus)思想的开放性的价值将在稍后讨论。在这里,至少有必要减轻它,几乎是“属事理由”,以便在处理三位一体教条时保持阐述的连贯性和连续性。23至少在我发送时参考。d.8 q.3 a.3,exp.:“自然是实质性的本质。sumuntur hic pro-eodem';S.Th.Iq.29 aa.1-2;a.3或:人表示本我在自然中是完美的,科学存在于自然中。Und,cum omne illud quod est完美主义者,Deo sit attribuendum,eo quod eius essentia Continental in se omnem perfectionm,conveniens est ut hoc nomen persona de Deo dicator”。圣奥古斯丁,德特里尼塔特,l.VII(Giovanni Calderini图书馆中的作品。已经归Giovanny d‘Andrea所有?)24关于这个问题有一个广泛的参考书目。介绍参见Efrem Bettoni,Duns Scoto filosofo(Milano 1966)125-126;艾蒂安·吉尔森,乔瓦尼·邓斯·斯科托:他的基本位置介绍(米兰2008)250-60。关于上述段落,参见Scotus,Oxoniensis I d.4 q.2 n.4。
本文章由计算机程序翻译,如有差异,请以英文原文为准。
La cultura teologica di Giovanni d'Andrea
e, non reducta consideratione ad personas, sic est essentia. Si consideremus concrete habito respectu ad personas, sic est substantia, quia in qualibet persona substat et est tota . . . Si utroque modo: quasi in consideratione universali, sic est natura: quia naturale est divinae essentiae quod sit una et quod in ea sint personae: simplex tamen est impartialis et indivisibilis. Una annotazione marginale, nelle edizioni a stampa delle Clementinae,22 rinvia al Liber Sententiarum di Pietro Lombardo (I dist. 8) e ai relativi commenti dei ‘theologi scholastici’, nonché alla Summa theologiae di s. Tommaso, ove la materia è trattata ‘in multis quaestionibus’. Il punto di partenza è in effetti costituito proprio dal Lombardo che al luogo indicato, 1, così esordisce: Nunc de veritate, sive proprietate, sive incommutabilitate atque simplicitate divinae naturae, sive substantiae sive essentiae agendum. l’Aquinate tiene presente anche il De divinis nominibus di Dionigi, di cui il lemma ‘la causa prima è superiore ad ogni narrazione’—rinviante alla ineffabilità del primo principio—è tratto caratteristico , analizzato da Tommaso nel commento al Liber medesimo (prop. 6). Cf. su tutto Tommaso d’Aquino, Commento al Libro delle cause, cur. Cristina D’Ancona Costa (Milano 1986) 68-94 con estesa bibliografia ancora ampliata in [Anonymus] Liber de causis: Das Buch von den Ursachen (Hamburg 2003) 131-154. Per Alberto Magno e Tommaso si v. almeno Henri-Dominique Saffrey, ‘L’État actuel des Recherches sur le Liber de causis comme source de la Métaphisique au Moyen Âge’, Die Metaphysik im Mittelalter: Ihr Ursprung und ihre Bedeutung: Vorträge des II. Internationalen Kongress für Mittelalterliche Philosophie. Köln 31.8-6.9.1961, curr. Paul Wilpert e Willehad Paul Eckert (Miscellanea medievalia: Veröffentlichungen des Thoma-Instituts an der Universität Köln, 2; Berlin 1963) 269, 273, 279-280. 21 Johannes Andreae, Clementinae Constitutiones (Venetiis 1600) ad Clem. 1.1.1 s.v. omnibus. 22 Ibid. GIOVANNI D’ANDREA 263 Ora, non v’è dubbio che s. Tommaso, in più luoghi, indugi sul significato dei termini ‘natura’, ‘substantia’, ‘essentia’, ‘persona’ riferiti a Dio, trinità di persone nell’unica sostanza;23 ma nel passo del canonista bolognese—peraltro espresso in veste squisitamente tecnica—di tomista v’è poco o nulla. Penserei, piuttosto, alla ripresa di un tema caro alla riflessione di Scoto, centrata sulla distinzione formale. Per il francescano scozzese più cose o più perfezioni sono distinte formalmente quando concettualmente l’una è irriducibile all’altra, mentre ‘in re’, o ‘in natura’, è assurdo che esistano separatamente24. Così, l’unica essenza divina va distinta dalla trinità delle persone: l’una e le altre, però, lungi dall’escludersi a vicenda, si coimplicano nel mistero della vita o della natura trinitaria. Nella prospettiva scotista la distinzione formale consente, appunto, di distinguere le tre persone divine dall’essenza comune. L’unità astratta— quella che viene colta, ad esempio, dalle scienze matematiche—e la pluralità sono superate—in Scoto, come in Giovanni d’Andrea—nella sintesi dell’unità vivente che non perde nulla della sua semplicità quando comprende in sé il vario e il plurimo. Del valore di questa apertura al pensiero di un critico severo di s. Tommaso, quale fu Duns Scoto, mi occuperò più avanti. Qui occorreva almeno accenarvi, quasi ‘ratione materiae’, al fine di mantenere la coerenza e la continuità dell’esposizione in sede di trattazione del dogma trinitario. 23 Cf. almeno In I Sent. d.8 q.3 a.3, exp.: ‘natura vel substantia sive essentia . . . sumuntur hic pro eodem’; S.Th. I q. 29 aa. 1-2; a. 3, resp.: ‘persona . . . significat id quod est perfectissimum in tota natura, scilicet subsistens in naturali natura. Unde, cum omne illud quod est perfectionis, Deo sit attribuendum, eo quod eius essentia continet in se omnem perfectionem, conveniens est ut hoc nomen persona de Deo dicatur’. Sul problema si era soffermato diffusamente s. Agostino, De Trinitate, l. VII (opera presente nella biblioteca di Giovanni Calderini. Già posseduta da Giovanni d’Andrea?). 24 Sul tema esiste un’ampia bibliografia. Per una introduzione cf. Efrem Bettoni, Duns Scoto filosofo (Milano 1966) 125-126; Etienne Gilson, Giovanni Duns Scoto: introduzione alle sue posizioni fondamentali (Milano 2008) 250-60. Per il passo riferito sopra, si v. di Scoto, Oxoniensis I d.4 q.2 n.4.
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