E. Timsit , G. Duloquin , P.-O. Comby , Y. Bejot , B. Daubail , P. Ray
{"title":"紧急情况下的脑血管意外管理","authors":"E. Timsit , G. Duloquin , P.-O. Comby , Y. Bejot , B. Daubail , P. Ray","doi":"10.1016/S1286-9341(24)49612-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><div>L’accidente vascolare cerebrale (AVC) è una patologia frequentemente riscontrata nella regolazione medica e nelle strutture d’urgenza. L’alto rischio di disabilità durante il decorso lo rende una vera e propria sfida organizzativa, diagnostica e terapeutica. La gestione di un infarto cerebrale si basa principalmente sulla sua rivascolarizzazione precoce e sul controllo dei fattori che possono causare un attacco cerebrale secondario. La trombolisi, il trattamento standard per la rivascolarizzazione, utilizzata nella pratica di routine dalla metà degli anni 2010, ha visto le sue indicazioni ampliarsi attraverso recenti lavori scientifici. Allo stesso tempo, la trombectomia meccanica si è ampiamente affermata ed è oggi essenziale nella strategia di rivascolarizzazione di questi pazienti. Infine, che sia ischemico o emorragico, il trattamento medico dell’AVC in un reparto specializzato è una misura complementare fortemente associata al miglioramento della prognosi del paziente. Al fine di ottimizzare ogni fase della cura, l’accoglienza di un paziente con sospetto AVC avviene nell’ambito di un settore di assistenza prioritaria i cui attori (neurologo, medico regolatore, medico d’urgenza e radiologo) hanno l’obiettivo di realizzare una diagnosi rapida e di proporre un trattamento. Per limitare le disuguaglianze geografiche nell’accesso alle cure, i centri ospedalieri sono organizzati in reti. I siti di prossimità dotati di piattaforme tecniche standard sono collegati a una rete di telemedicina per offrire al paziente la possibilità di accedere alla fibrinolisi in assenza di un medico specializzato in patologie neurovascolari in loco. I centri di riferimento, a volte a distanza, dispongono di piattaforme tecniche più avanzate, che consentono di eseguire un imaging complesso e delle trombectomie meccaniche. In tal modo, la gestione preospedaliera del paziente da parte del medico regolatore è essenziale e deve consentire l’identificazione dei pazienti con sospetto AVC in fase acuta e il loro immediato indirizzamento al centro ospedaliero più idoneo.</div></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"28 4","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-11-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Gestione degli accidenti vascolari cerebrali in urgenza\",\"authors\":\"E. Timsit , G. Duloquin , P.-O. Comby , Y. Bejot , B. Daubail , P. 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Gestione degli accidenti vascolari cerebrali in urgenza
L’accidente vascolare cerebrale (AVC) è una patologia frequentemente riscontrata nella regolazione medica e nelle strutture d’urgenza. L’alto rischio di disabilità durante il decorso lo rende una vera e propria sfida organizzativa, diagnostica e terapeutica. La gestione di un infarto cerebrale si basa principalmente sulla sua rivascolarizzazione precoce e sul controllo dei fattori che possono causare un attacco cerebrale secondario. La trombolisi, il trattamento standard per la rivascolarizzazione, utilizzata nella pratica di routine dalla metà degli anni 2010, ha visto le sue indicazioni ampliarsi attraverso recenti lavori scientifici. Allo stesso tempo, la trombectomia meccanica si è ampiamente affermata ed è oggi essenziale nella strategia di rivascolarizzazione di questi pazienti. Infine, che sia ischemico o emorragico, il trattamento medico dell’AVC in un reparto specializzato è una misura complementare fortemente associata al miglioramento della prognosi del paziente. Al fine di ottimizzare ogni fase della cura, l’accoglienza di un paziente con sospetto AVC avviene nell’ambito di un settore di assistenza prioritaria i cui attori (neurologo, medico regolatore, medico d’urgenza e radiologo) hanno l’obiettivo di realizzare una diagnosi rapida e di proporre un trattamento. Per limitare le disuguaglianze geografiche nell’accesso alle cure, i centri ospedalieri sono organizzati in reti. I siti di prossimità dotati di piattaforme tecniche standard sono collegati a una rete di telemedicina per offrire al paziente la possibilità di accedere alla fibrinolisi in assenza di un medico specializzato in patologie neurovascolari in loco. I centri di riferimento, a volte a distanza, dispongono di piattaforme tecniche più avanzate, che consentono di eseguire un imaging complesso e delle trombectomie meccaniche. In tal modo, la gestione preospedaliera del paziente da parte del medico regolatore è essenziale e deve consentire l’identificazione dei pazienti con sospetto AVC in fase acuta e il loro immediato indirizzamento al centro ospedaliero più idoneo.