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Umanizzare le prassi mediche. La missione eticoculturale delle cure palliative
Il presente articolo si pone l’obiettivo di rileggere e ripensare le prassi mediche quotidiane alla luce di un contesto limite: quello delle cure palliative. Il punto di partenza è un’analisi di alcuni concetti cardine della filosofia del pallium: l’attenzione alla fenomenologia dei vissuti della malattia, la centralità della persona malata nella relazione di cura, il concetto di dolore totale come sintesi di dolore e sofferenza, e la tematica della temporalità nel percorso terapeutico e nelle dinamiche di accompagnamento. Il tentativo è quello di mostrare come questi valori, certamente validi in un contesto di eccezionalità e di inguaribilità come quello delle cure palliative, abbiano anche una valenza universale e, come tali, possano fungere da bussola morale per orientare l’agire medico e restaurarne il volto artistico e olistico. Si tratta di sciogliere alcuni nodi etici per riscoprire il significato delle prassi mediche di cura, che non devono limitarsi ad essere tecnicamente efficienti e al passo con il progresso tecno-scientifico, ma necessitano della guida di quell’ethos umanitario che rallenta i processi erosivi della personalità – scatenati da una medicina tecnica sempre più iperspecializzata ma povera umanamente – in cui vengono coinvolti i protagonisti della relazione di cura: il medico e il paziente.