异体造血干细胞移植后通过捐献者淋巴细胞输注(DLI)进行的适应性免疫疗法和嵌合体监测

Camilla Zani, Roberta Neri, Giuseppina Balza, Maria Grazia Verri, Marika Cagnati, Manuela Arata, Zallio Francesco, Paolo Rivela, Thea Bensi, Mauro Patrone, Lia Mele
{"title":"异体造血干细胞移植后通过捐献者淋巴细胞输注(DLI)进行的适应性免疫疗法和嵌合体监测","authors":"Camilla Zani, Roberta Neri, Giuseppina Balza, Maria Grazia Verri, Marika Cagnati, Manuela Arata, Zallio Francesco, Paolo Rivela, Thea Bensi, Mauro Patrone, Lia Mele","doi":"10.4081/wpph.2023.9644","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Obiettivi: il trapianto allogenico di Cellule Staminali Ematopoietiche (CSE) è un importante trattamento per i pazienti affetti da patologie ematologiche in quanto può indurne la remissione; tuttavia, la recidiva di malattia è una delle cause più importanti di fallimento. L’immunoterapia adottiva rappresenta un nuovo approccio terapeutico contro i tumori ematologici, affiancandosi e a volte sostituendosi alle terapie tradizionali, quali chemioterapia e radioterapia. L’Infusione di Linfociti da Donatore (DLI), ovvero l’infusione di linfociti dello stesso donatore allogenico di CSE, rientrano all’interno di tale terapia in quanto hanno lo scopo di ripristinare le capacità difensive del sistema immunitario, rappresentando una possibilità di cura per il paziente. Presso il settore di Processazione CSE della SC Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, è stato eseguito uno studio retrospettivo in pazienti ematologici trapiantati, afferenti alla SC Ematologia, allo scopo di valutare se il monitoraggio del chimerismo, eseguito su sangue periferico, linea linfoide, linea mieloide e midollo osseo pre e post infusione di DLI potesse dare informazioni al clinico circa l’efficacia dell’immunoterapia adottiva. Materiali e Metodi: lo studio del chimerismo è stato effettuato mediante Polymerase Chain Reaction – Short Tandem Repeats (PCR-STR). Tale tecnica utilizza polimorfismi genici, gli STR, ripetizioni in tandem di piccole sequenze nucleotidiche che si ripetono n volte. Si individuano tre differenti situazioni: i) chimerismo completo, le cellule del donatore sono >90%; ii) chimerismo misto, coesistenza nel ricevente delle proprie cellule e di quelle del donatore presenti in un intervallo che va dal 20-85%; iii) chimerismo assente, ricostituzione emopoietica autologa, cellule del donatore <20%. Risultati: una prima analisi dei dati evidenzia che la distribuzione dei pazienti all’interno delle varie patologie risulta essere disomogenea. Si è quindi ritenuto di raggruppare i pazienti in base alla patologia ematologica di appartenenza. Nei pazienti affetti da Leucemia Mieloide Acuta (LMA) i dati ottenuti mostrano che 14 (54%) sono deceduti a causa di complicanze nonostante l’infusione di DLI. I restanti 12 pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 46%. Nei pazienti affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) i dati raccolti evidenziano che 4 pazienti risultano deceduti con un tasso di mortalità pari al 50%. I restanti pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 50%. Nei pazienti affetti dalle restanti patologie Linfoma di non Hodgkin (LNH), Mielodisplasia (MDS), Linfoma di Hodgkin (LH), Mieloma Multiplo (MM), Leucemia Linfoblastica Cronica (LLC). È possibile, quindi, osservare come anche nel caso di questo gruppo di patologie, la percentuale di mortalità è del 50%. I restanti pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 50%. Dei 47 pazienti, 34 (72%) non hanno sviluppato Graft versus Host Disease (GvHD) post DLI, mentre 13 (28%) hanno sviluppato GvHD cronica o acuta. Conclusioni: i nostri dati concordano con quelli presenti in letteratura che riportano come, dopo infusione di DLI, la remissione si attesti intorno al 15-42% per le LMA e tra il 40-60% per le LLA, mentre il tasso di mortalità sul 50% per entrambe. Per quanto riguarda le restanti patologie abbiamo osservato che nei 13 pazienti presi in esame, la percentuale di mortalità è del 50%, equiparabile al tasso di sopravvivenza. In questo gruppo di patologie, il ruolo dei DLI in letteratura, non è chiaro. Per quanto riguarda lo sviluppo di GvHD post DLI in letteratura si aggira intorno al 50-60% dei pazienti; i nostri dati mostrano un valore inferiore che si attesta intorno al 28% per quanto riguarda tutte le patologie prese in esame. L’analisi dei dati raccolti, sebbene la dimensione del campione sia ridotta e siano presenti numerose variabili ad esso correlate, ci permette comunque di confermarne l’aderenza ai lavori presenti in letteratura. Pensiamo quindi che l’infusione di DLI sia un’importante arma terapeutica all’interno delle strategie di cura a disposizione dell’ematologo.","PeriodicalId":489652,"journal":{"name":"Working paper of public health","volume":"6 3","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Immunoterapia adottiva mediante Infusione di Linfociti da Donatore (DLI) dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche e monitoraggio del chimerismo\",\"authors\":\"Camilla Zani, Roberta Neri, Giuseppina Balza, Maria Grazia Verri, Marika Cagnati, Manuela Arata, Zallio Francesco, Paolo Rivela, Thea Bensi, Mauro Patrone, Lia Mele\",\"doi\":\"10.4081/wpph.2023.9644\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Obiettivi: il trapianto allogenico di Cellule Staminali Ematopoietiche (CSE) è un importante trattamento per i pazienti affetti da patologie ematologiche in quanto può indurne la remissione; tuttavia, la recidiva di malattia è una delle cause più importanti di fallimento. 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I restanti pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 50%. Nei pazienti affetti dalle restanti patologie Linfoma di non Hodgkin (LNH), Mielodisplasia (MDS), Linfoma di Hodgkin (LH), Mieloma Multiplo (MM), Leucemia Linfoblastica Cronica (LLC). È possibile, quindi, osservare come anche nel caso di questo gruppo di patologie, la percentuale di mortalità è del 50%. I restanti pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 50%. Dei 47 pazienti, 34 (72%) non hanno sviluppato Graft versus Host Disease (GvHD) post DLI, mentre 13 (28%) hanno sviluppato GvHD cronica o acuta. Conclusioni: i nostri dati concordano con quelli presenti in letteratura che riportano come, dopo infusione di DLI, la remissione si attesti intorno al 15-42% per le LMA e tra il 40-60% per le LLA, mentre il tasso di mortalità sul 50% per entrambe. 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摘要

目的:异基因造血干细胞移植(HSCT)是治疗血液病患者的一种重要方法,因为它可以促使病情缓解;然而,疾病复发是治疗失败的最重要原因之一。采用免疫疗法是治疗血液肿瘤的一种新方法,它是化疗和放疗等传统疗法的补充,有时甚至可以取代传统疗法。供体淋巴细胞输注(DLI),即输注来自同种异体造血干细胞供体的淋巴细胞,是这种疗法的一部分,因为它旨在恢复免疫系统的防御能力,为患者带来治愈的可能。意大利亚历山德里亚圣安东尼奥-比亚乔-切萨雷-阿里戈医院输血医学科造血干细胞处理室对转诊至血液科的血液移植患者进行了一项回顾性研究,目的是评估在输注 DLI 前后对外周血、淋巴系、髓系和骨髓进行嵌合体监测,能否为临床医生提供有关采纳性免疫疗法疗效的信息。材料与方法:嵌合体的研究是通过聚合酶链式反应-短串联重复(PCR-STR)进行的。该技术使用的是基因多态性--STR,即重复 N 次的小核苷酸序列串联重复序列。确定了三种不同的情况:i) 完全嵌合,供体细胞大于 90%;ii) 混合嵌合,受体中自身细胞和供体细胞共存,占 20-85%;iii) 无嵌合,自体造血重建,供体细胞小于 20%。结果:对数据的初步分析表明,患者在各种疾病中的分布并不均衡。因此,我们决定根据患者的血液病理学特征对其进行分组。在急性髓性白血病(AML)患者中,数据显示有 14 人(54%)在输注 DLI 后因并发症死亡。其余 12 名患者的存活率为 46%。收集的数据显示,急性淋巴细胞白血病(ALL)患者中有 4 人死亡,死亡率为 50%。其余患者的存活率为 50%。在其余患者中,有非霍奇金淋巴瘤(NHL)、骨髓增生异常(MDS)、霍奇金淋巴瘤(LH)、多发性骨髓瘤(MM)、慢性淋巴细胞白血病(CLL)。因此可以看出,即使是这一类疾病,死亡率也达到了 50%。其余患者的存活率为 50%。在 47 名患者中,34 人(72%)在 DLI 后未出现移植物抗宿主病(GvHD),13 人(28%)出现了慢性或急性 GvHD。结论:我们的数据与文献报道一致,即输注 DLI 后,急性髓细胞性白血病的缓解率约为 15-42%,移植物抗宿主疾病的缓解率约为 40-60%,而两者的死亡率均约为 50%。关于其余疾病,我们观察到,在接受检查的 13 名患者中,死亡率为 50%,与存活率相当。在这组病症中,文献中 DLIs 的作用尚不明确。在文献中,DLI 后发生 GvHD 的患者约占 50-60%;而我们的数据显示,在所有受检病例中,GvHD 的发生率较低,约为 28%。对收集到的数据进行分析后,虽然样本量较小,相关变量较多,但我们仍能确认这些数据与文献中的研究结果一致。因此,我们认为输注 DLI 是血液科医生可用治疗策略中的重要治疗武器。
本文章由计算机程序翻译,如有差异,请以英文原文为准。
Immunoterapia adottiva mediante Infusione di Linfociti da Donatore (DLI) dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche e monitoraggio del chimerismo
Obiettivi: il trapianto allogenico di Cellule Staminali Ematopoietiche (CSE) è un importante trattamento per i pazienti affetti da patologie ematologiche in quanto può indurne la remissione; tuttavia, la recidiva di malattia è una delle cause più importanti di fallimento. L’immunoterapia adottiva rappresenta un nuovo approccio terapeutico contro i tumori ematologici, affiancandosi e a volte sostituendosi alle terapie tradizionali, quali chemioterapia e radioterapia. L’Infusione di Linfociti da Donatore (DLI), ovvero l’infusione di linfociti dello stesso donatore allogenico di CSE, rientrano all’interno di tale terapia in quanto hanno lo scopo di ripristinare le capacità difensive del sistema immunitario, rappresentando una possibilità di cura per il paziente. Presso il settore di Processazione CSE della SC Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, è stato eseguito uno studio retrospettivo in pazienti ematologici trapiantati, afferenti alla SC Ematologia, allo scopo di valutare se il monitoraggio del chimerismo, eseguito su sangue periferico, linea linfoide, linea mieloide e midollo osseo pre e post infusione di DLI potesse dare informazioni al clinico circa l’efficacia dell’immunoterapia adottiva. Materiali e Metodi: lo studio del chimerismo è stato effettuato mediante Polymerase Chain Reaction – Short Tandem Repeats (PCR-STR). Tale tecnica utilizza polimorfismi genici, gli STR, ripetizioni in tandem di piccole sequenze nucleotidiche che si ripetono n volte. Si individuano tre differenti situazioni: i) chimerismo completo, le cellule del donatore sono >90%; ii) chimerismo misto, coesistenza nel ricevente delle proprie cellule e di quelle del donatore presenti in un intervallo che va dal 20-85%; iii) chimerismo assente, ricostituzione emopoietica autologa, cellule del donatore <20%. Risultati: una prima analisi dei dati evidenzia che la distribuzione dei pazienti all’interno delle varie patologie risulta essere disomogenea. Si è quindi ritenuto di raggruppare i pazienti in base alla patologia ematologica di appartenenza. Nei pazienti affetti da Leucemia Mieloide Acuta (LMA) i dati ottenuti mostrano che 14 (54%) sono deceduti a causa di complicanze nonostante l’infusione di DLI. I restanti 12 pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 46%. Nei pazienti affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) i dati raccolti evidenziano che 4 pazienti risultano deceduti con un tasso di mortalità pari al 50%. I restanti pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 50%. Nei pazienti affetti dalle restanti patologie Linfoma di non Hodgkin (LNH), Mielodisplasia (MDS), Linfoma di Hodgkin (LH), Mieloma Multiplo (MM), Leucemia Linfoblastica Cronica (LLC). È possibile, quindi, osservare come anche nel caso di questo gruppo di patologie, la percentuale di mortalità è del 50%. I restanti pazienti mostrano un tasso di sopravvivenza del 50%. Dei 47 pazienti, 34 (72%) non hanno sviluppato Graft versus Host Disease (GvHD) post DLI, mentre 13 (28%) hanno sviluppato GvHD cronica o acuta. Conclusioni: i nostri dati concordano con quelli presenti in letteratura che riportano come, dopo infusione di DLI, la remissione si attesti intorno al 15-42% per le LMA e tra il 40-60% per le LLA, mentre il tasso di mortalità sul 50% per entrambe. Per quanto riguarda le restanti patologie abbiamo osservato che nei 13 pazienti presi in esame, la percentuale di mortalità è del 50%, equiparabile al tasso di sopravvivenza. In questo gruppo di patologie, il ruolo dei DLI in letteratura, non è chiaro. Per quanto riguarda lo sviluppo di GvHD post DLI in letteratura si aggira intorno al 50-60% dei pazienti; i nostri dati mostrano un valore inferiore che si attesta intorno al 28% per quanto riguarda tutte le patologie prese in esame. L’analisi dei dati raccolti, sebbene la dimensione del campione sia ridotta e siano presenti numerose variabili ad esso correlate, ci permette comunque di confermarne l’aderenza ai lavori presenti in letteratura. Pensiamo quindi che l’infusione di DLI sia un’importante arma terapeutica all’interno delle strategie di cura a disposizione dell’ematologo.
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