{"title":"本笃与斯科拉蒂卡的相遇:祈祷、爱与上帝之眼之间的邂逅","authors":"R. Franchi","doi":"10.34075/cs.58.1s.19","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Al capitolo 33 del secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, Scolastica e Benedetto hanno trascorso una giornata insieme a conversare. Quando il crepuscolo comincia a calare, rendendosi conto che Benedetto l’avrebbe presto lasciata, Scolastica lo prega di rimanere per la notte. Al netto rifiuto del fratello, impossibilitato a restare fuori dal monastero secondo i dettami della Regola, Scolastica comincia a pregare, piangendo. Quasi a voler rispecchiare le sue lacrime, i cieli generano una pioggia torrenziale, impedendo a Benedetto di tornare al suo monastero. A conclusione dell’episodio, Gregorio annota: «Scolastica ha potuto di più (plus potuit), perché ella ha amato di più (quae amplius amavit)». Rievocando l’episodio del fariseo e della peccatrice narrato nel vangelo di Luca (7,36-50), in opposizione al legalismo ascetico l’amore è presentato come la chiave che dischiude il tesoro della divina misericordia. L’amore è incarnato in Scolastica. Ella è la scolara, una donna istruita nella fede, nella preghiera e nella carità alla schola divina, dove ha appreso la sapienza del cuore e dell’amore di Dio. L’incontro tra Benedetto e Scolastica gioca un ruolo centrale nella narrazione: segna non solo la fine di quelli che possono essere chiamati i miracoli d’azione di Benedetto, ma anche l’ingresso nella fase finale della sua vita, quella in cui regnano le visioni gloriose e le conversazioni sull’aldilà. Alimentato dalla preghiera e dalla contemplazione, il cuore percepisce la radiosità della creazione, e la natura del cuore trasformato, una «luce interiore nella mente» (lumen mentis), risplende di concerto con la gloria di Dio. È quanto accaduto a Benedetto. Affiancato da Scolastica, continua a splendere sulla terra con la sua Regola: è la luce dell’Europa.","PeriodicalId":53546,"journal":{"name":"Crkva u Svijetu","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"L’incontro tra Benedetto e Scolastica: tra preghiera, amore e visione di Dio\",\"authors\":\"R. Franchi\",\"doi\":\"10.34075/cs.58.1s.19\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Al capitolo 33 del secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, Scolastica e Benedetto hanno trascorso una giornata insieme a conversare. Quando il crepuscolo comincia a calare, rendendosi conto che Benedetto l’avrebbe presto lasciata, Scolastica lo prega di rimanere per la notte. Al netto rifiuto del fratello, impossibilitato a restare fuori dal monastero secondo i dettami della Regola, Scolastica comincia a pregare, piangendo. Quasi a voler rispecchiare le sue lacrime, i cieli generano una pioggia torrenziale, impedendo a Benedetto di tornare al suo monastero. A conclusione dell’episodio, Gregorio annota: «Scolastica ha potuto di più (plus potuit), perché ella ha amato di più (quae amplius amavit)». Rievocando l’episodio del fariseo e della peccatrice narrato nel vangelo di Luca (7,36-50), in opposizione al legalismo ascetico l’amore è presentato come la chiave che dischiude il tesoro della divina misericordia. L’amore è incarnato in Scolastica. Ella è la scolara, una donna istruita nella fede, nella preghiera e nella carità alla schola divina, dove ha appreso la sapienza del cuore e dell’amore di Dio. L’incontro tra Benedetto e Scolastica gioca un ruolo centrale nella narrazione: segna non solo la fine di quelli che possono essere chiamati i miracoli d’azione di Benedetto, ma anche l’ingresso nella fase finale della sua vita, quella in cui regnano le visioni gloriose e le conversazioni sull’aldilà. Alimentato dalla preghiera e dalla contemplazione, il cuore percepisce la radiosità della creazione, e la natura del cuore trasformato, una «luce interiore nella mente» (lumen mentis), risplende di concerto con la gloria di Dio. È quanto accaduto a Benedetto. Affiancato da Scolastica, continua a splendere sulla terra con la sua Regola: è la luce dell’Europa.\",\"PeriodicalId\":53546,\"journal\":{\"name\":\"Crkva u Svijetu\",\"volume\":null,\"pages\":null},\"PeriodicalIF\":0.0000,\"publicationDate\":\"2023-12-01\",\"publicationTypes\":\"Journal Article\",\"fieldsOfStudy\":null,\"isOpenAccess\":false,\"openAccessPdf\":\"\",\"citationCount\":\"0\",\"resultStr\":null,\"platform\":\"Semanticscholar\",\"paperid\":null,\"PeriodicalName\":\"Crkva u Svijetu\",\"FirstCategoryId\":\"1085\",\"ListUrlMain\":\"https://doi.org/10.34075/cs.58.1s.19\",\"RegionNum\":0,\"RegionCategory\":null,\"ArticlePicture\":[],\"TitleCN\":null,\"AbstractTextCN\":null,\"PMCID\":null,\"EPubDate\":\"\",\"PubModel\":\"\",\"JCR\":\"Q4\",\"JCRName\":\"Arts and Humanities\",\"Score\":null,\"Total\":0}","platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Crkva u Svijetu","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.34075/cs.58.1s.19","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"Q4","JCRName":"Arts and Humanities","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
摘要
在格雷戈里奥·马格纳斯的第二本书的第33章,学校和贝尼代托在一起度过了一天的对话。当夜幕降临,意识到本尼迪克很快就要离开时,学校恳求他留下来过夜。他的兄弟断然拒绝了,因为他不能按照规定呆在修道院外面,他开始祈祷,哭了。仿佛要反映他的眼泪,天空就会产生暴雨,阻止贝尼迪克回到他的修道院。在这一集的结尾,格雷戈里奥写道:“她更喜欢学校(加上总统),因为她更喜欢(quae amplius amavit)。”在回顾《路加福音》(7.36 -50)中描述的法利赛人和罪人的故事时,爱被认为是开启神圣慈悲宝藏的钥匙,而不是苦行法理主义。爱体现在学校里。她是一名女学生,在神的学校里,她在信仰、祈祷和慈善方面受过教育,在那里她学会了神的心和爱的智慧。贝尼迪克和学校之间的相遇在故事中起着中心作用:它不仅标志着贝尼迪克行动奇迹的结束,而且标志着他生命的最后阶段的开始,在这一阶段中,关于来世的光荣愿景和对话占了主导地位。在祈祷和沉思的推动下,心灵感受到了创造的光辉,而被改造的心灵的本质,一束内心的光,与上帝的荣耀和谐地照耀着。这就是发生在贝尼迪克身上的事。在学校的陪伴下,她继续按照自己的规则在地球上闪耀:她是欧洲之光。
L’incontro tra Benedetto e Scolastica: tra preghiera, amore e visione di Dio
Al capitolo 33 del secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, Scolastica e Benedetto hanno trascorso una giornata insieme a conversare. Quando il crepuscolo comincia a calare, rendendosi conto che Benedetto l’avrebbe presto lasciata, Scolastica lo prega di rimanere per la notte. Al netto rifiuto del fratello, impossibilitato a restare fuori dal monastero secondo i dettami della Regola, Scolastica comincia a pregare, piangendo. Quasi a voler rispecchiare le sue lacrime, i cieli generano una pioggia torrenziale, impedendo a Benedetto di tornare al suo monastero. A conclusione dell’episodio, Gregorio annota: «Scolastica ha potuto di più (plus potuit), perché ella ha amato di più (quae amplius amavit)». Rievocando l’episodio del fariseo e della peccatrice narrato nel vangelo di Luca (7,36-50), in opposizione al legalismo ascetico l’amore è presentato come la chiave che dischiude il tesoro della divina misericordia. L’amore è incarnato in Scolastica. Ella è la scolara, una donna istruita nella fede, nella preghiera e nella carità alla schola divina, dove ha appreso la sapienza del cuore e dell’amore di Dio. L’incontro tra Benedetto e Scolastica gioca un ruolo centrale nella narrazione: segna non solo la fine di quelli che possono essere chiamati i miracoli d’azione di Benedetto, ma anche l’ingresso nella fase finale della sua vita, quella in cui regnano le visioni gloriose e le conversazioni sull’aldilà. Alimentato dalla preghiera e dalla contemplazione, il cuore percepisce la radiosità della creazione, e la natura del cuore trasformato, una «luce interiore nella mente» (lumen mentis), risplende di concerto con la gloria di Dio. È quanto accaduto a Benedetto. Affiancato da Scolastica, continua a splendere sulla terra con la sua Regola: è la luce dell’Europa.