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L’intellettuale «di regime» tra Platone e la Prima Accademia
Abstract. Lo scopo del presente lavoro è indagare la peculiare legittimazione dell’impegno politico per i filosofi proposta da Platone e accolta dai suoi immediati discepoli nella cosiddetta Prima Accademia: particolare attenzione sarà rivolta, soprattutto, alla «terza ondata» della Repubblica. Attraverso opportuni riferimenti alla Lettera VII, si mostrerà come la terza ondata costituisca il cuore del progetto di riforma politica e sociale di Platone, il quale invita l’intellettuale a concepire la propria missione politica o come istituzione di un regno filosofico o come consiglio e aiuto da prestare a un re o a un signore: in entrambi i casi, l’immagine del governo di un solo uomo serve a connotare lo scenario preferibile per garantire l’istituzionalizzazione politica della filosofia. È così che, allora, i discepoli di Platone tentarono di stabilire contatti con realtà monarchiche o tiranniche accettando di farsi legislatori o consiglieri di un singolo individuo al comando, il quale veniva concepito come il perfetto connubio tra sapere e potere nel solco delle teorie del maestro.