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Per don Sturzo, secondo il principio di sussidiarietà indicato dalla dottrina sociale della Chiesa nella Rerum novarum di Leone XIII e nella Quadragesimo anno di Pio XI, allo Stato sarebbero spettati solo compiti residuali, a sostegno delle iniziative avviate autonomamente dai privati. Don Sturzo fu tra i primi antifascisti ad abbandonare l’Italia, già nell’autunno 1924, scegliendo di vivere a Londra (nel 1940, all’ingresso in guerra dell’Italia, si stabilì invece negli Stati Uniti, prima a New York e poi in Florida), essendo ammiratore della cultura politica liberale inglese; diversamente, la maggior parte dei fuoriusciti italiani trovarono rifugio in Francia, Paese che per il sacerdote siciliano era invece irrimediabilmente compromesso dal totalitarismo giacobino. L’articolo prende in esame sia il programma scolastico del Partito popolare italiano negli anni di confronto con il regime fascista, sia gli scritti sulla scuola prodotti da don Luigi Sturzo durante e dopo l’esilio, una volta rientrato in Italia dopo la fine della guerra e la presa di potere da parte della Democrazia cristiana, il nuovo partito cattolico che si dichiarava erede del PPI. Don Sturzo, prendendo spunto dalla scuola americana, non mancò di criticare il nuovo indirizzo dei politici cattolici italiani, a suo parere troppo poco liberale ed eccessivamente statalista. Tuttavia, nonostante le differenze anche profonde di opinione, i politici cattolici italiani al governo nel secondo Novecento riconobbero tutti il proprio debito nei confronti di don Sturzo, operando in suo nome alcune importanti riforme volte a democratizzare la scuola e ad aprirla alle masse popolari.","PeriodicalId":351769,"journal":{"name":"Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne","volume":"1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-06-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Don Luigi Sturzo per la libertà della scuola italiana\",\"authors\":\"Andrea Dessardo\",\"doi\":\"10.31743/abmk.16156\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"L’articolo presenta brevemente la posizione di don Luigi Sturzo (1871-1959) e del Partito popolare italiano (1919-1926) in merito alla libertà della scuola, inserendola all’interno del pensiero politico del fondatore. 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摘要
这篇文章简要介绍了唐·路易吉·斯图佐(1871-1959)和意大利人民党(1919-1926)关于学校自由的立场,并将其纳入创始人的政治思想。对于西西里的牧师来说,任何国家,即使是在民主制度下,其本质上都倾向于将家庭和教会等传统社区的既定权利叠加起来,并以自己的权利取代这些权利。因此,为了保持原有的自由,学校必须是自由的,使家庭- -包括经济上处于不利地位的家庭- -能够为其子女选择最符合其价值观的学校和方案。唐·斯图佐(don Sturzo)认为,根据《利奥十三世新世纪》(Rerum novarum di leo XIII)和《庇护十一世》(庇护十一世)第4年《教会社会学说》(church social教义)所规定的辅助性原则,国家将只承担剩余的任务,以支持个人自主创业。早在1924年秋,唐·斯图佐(Don Sturzo)就是第一批离开意大利的反法西斯分子之一,他选择住在伦敦(1940年,当意大利参战时,他定居在美国,先是纽约,然后是佛罗里达),他热爱英国的自由政治文化;相反,大多数意大利移民在法国寻求庇护,西西里牧师认为法国受到雅各宾极权主义的不可挽回的破坏。学校看这个项目是条意大利人民党与法西斯政权的年代,由唐·路易吉·44对学校书面产品期间和之后流亡,一旦战争结束后返回意大利和基督教民主权力的接管,PPI的新宣布继承人天主教的聚会。唐·斯图佐(Don Sturzo)在美国学派的启发下,对意大利天主教政治家的新政策提出了批评。然而,尽管意见分歧很大,20世纪20年代执政的意大利天主教政治家都承认他们欠唐·斯图佐(don Sturzo)的债,并代表他进行了一些重大改革,使学校民主化,并向大众开放。
Don Luigi Sturzo per la libertà della scuola italiana
L’articolo presenta brevemente la posizione di don Luigi Sturzo (1871-1959) e del Partito popolare italiano (1919-1926) in merito alla libertà della scuola, inserendola all’interno del pensiero politico del fondatore. Per il sacerdote siciliano qualsiasi Stato, anche in regime democratico, tende per sua natura a sovrapporsi ai diritti acquisiti delle comunità tradizionali, come la famiglia e la Chiesa, sostituendone i fini con i propri. Per conservare le libertà originarie, è perciò necessario che la scuola sia libera, consentendo alle famiglie – anche a quelle economicamente svantaggiate – di scegliere per i propri figli quegli istituti e quei programmi che maggiormente rispecchiano i propri valori. Per don Sturzo, secondo il principio di sussidiarietà indicato dalla dottrina sociale della Chiesa nella Rerum novarum di Leone XIII e nella Quadragesimo anno di Pio XI, allo Stato sarebbero spettati solo compiti residuali, a sostegno delle iniziative avviate autonomamente dai privati. Don Sturzo fu tra i primi antifascisti ad abbandonare l’Italia, già nell’autunno 1924, scegliendo di vivere a Londra (nel 1940, all’ingresso in guerra dell’Italia, si stabilì invece negli Stati Uniti, prima a New York e poi in Florida), essendo ammiratore della cultura politica liberale inglese; diversamente, la maggior parte dei fuoriusciti italiani trovarono rifugio in Francia, Paese che per il sacerdote siciliano era invece irrimediabilmente compromesso dal totalitarismo giacobino. L’articolo prende in esame sia il programma scolastico del Partito popolare italiano negli anni di confronto con il regime fascista, sia gli scritti sulla scuola prodotti da don Luigi Sturzo durante e dopo l’esilio, una volta rientrato in Italia dopo la fine della guerra e la presa di potere da parte della Democrazia cristiana, il nuovo partito cattolico che si dichiarava erede del PPI. Don Sturzo, prendendo spunto dalla scuola americana, non mancò di criticare il nuovo indirizzo dei politici cattolici italiani, a suo parere troppo poco liberale ed eccessivamente statalista. Tuttavia, nonostante le differenze anche profonde di opinione, i politici cattolici italiani al governo nel secondo Novecento riconobbero tutti il proprio debito nei confronti di don Sturzo, operando in suo nome alcune importanti riforme volte a democratizzare la scuola e ad aprirla alle masse popolari.