{"title":"评论","authors":"Juan J. Linz, Alfred C. Stepan","doi":"10.3280/rsc2019-002006","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Illibro di Linz e Stepan esce a dieci anni di distanza da quello curata da O'Donnell, Schmitter e Whitehead, Transitions from Authoritarian Rule. Prospects for Democracy (The Johns Hopkins University Press, 1986), a cui 10 stesso Stepan aveva partecipato come autore. Le differenze tra i volumi rispecchiano, da un lato, la trasformazione del1'Europa centro-orientale, un'area di ricerca in cui a meta degli anni '80 ben pochi comparatisti progettavano di avventurarsi, e, dall' altro, 10 spostamento della frontiera degli studi sui regimi politici, che allora si collocava tra la crisi degli autoritarismi e la transizione alIa democrazia ed oggi affronta il tema del consolidamento democratico mentre ha messo in agenda quello della crisi delle democrazie consolidate, non toccato nellavoro qui segnalato rna gia sviluppato da altri studiosi (Morlino, Democracy between Consolidation and Crisis. Parties) Groups and Citizenship in Southern Europe, 1998). In questa fase della riflessione sui processi di democratizzazione, 1'obiettivo che Linz e Stepan si propongono e, ad un tempo, rilevante e complesso: incorporare l'esperienza dei regimi postcomunisti nella teoria della transizione e del consolidamento democratico, rivedendo, riformulando e qualificandone Ie ipotesi principali. A questo fine i due studiosi combinano l'analisi inter-regionale con quella intra-regionale, una scelta che li porta ad esaminare e riesaminare Ie trasformazioni avvenute in tre distinte aree socio-politiche: 1'Europa mediterranea (Spagna, Portogallo e Grecia), il Cono Sud dell'America latina (Uruguay, Brasile, Argentina e Cile), e 1'Europa postcomunista (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Bulgaria, Romania, Urss/Russia, Estonia e Lettonia), II disegno della comparazione include cosl quindici casi che non solo si trovano in fasi molto diverse delloro processo di democratizzazione basti ricordare che gli autori ritengono pienamente consolidate solo Ie democrazie del Sud Europa e l'Uruguay (e","PeriodicalId":415002,"journal":{"name":"RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA","volume":"11 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2019-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Recensioni\",\"authors\":\"Juan J. 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Illibro di Linz e Stepan esce a dieci anni di distanza da quello curata da O'Donnell, Schmitter e Whitehead, Transitions from Authoritarian Rule. Prospects for Democracy (The Johns Hopkins University Press, 1986), a cui 10 stesso Stepan aveva partecipato come autore. Le differenze tra i volumi rispecchiano, da un lato, la trasformazione del1'Europa centro-orientale, un'area di ricerca in cui a meta degli anni '80 ben pochi comparatisti progettavano di avventurarsi, e, dall' altro, 10 spostamento della frontiera degli studi sui regimi politici, che allora si collocava tra la crisi degli autoritarismi e la transizione alIa democrazia ed oggi affronta il tema del consolidamento democratico mentre ha messo in agenda quello della crisi delle democrazie consolidate, non toccato nellavoro qui segnalato rna gia sviluppato da altri studiosi (Morlino, Democracy between Consolidation and Crisis. Parties) Groups and Citizenship in Southern Europe, 1998). In questa fase della riflessione sui processi di democratizzazione, 1'obiettivo che Linz e Stepan si propongono e, ad un tempo, rilevante e complesso: incorporare l'esperienza dei regimi postcomunisti nella teoria della transizione e del consolidamento democratico, rivedendo, riformulando e qualificandone Ie ipotesi principali. A questo fine i due studiosi combinano l'analisi inter-regionale con quella intra-regionale, una scelta che li porta ad esaminare e riesaminare Ie trasformazioni avvenute in tre distinte aree socio-politiche: 1'Europa mediterranea (Spagna, Portogallo e Grecia), il Cono Sud dell'America latina (Uruguay, Brasile, Argentina e Cile), e 1'Europa postcomunista (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Bulgaria, Romania, Urss/Russia, Estonia e Lettonia), II disegno della comparazione include cosl quindici casi che non solo si trovano in fasi molto diverse delloro processo di democratizzazione basti ricordare che gli autori ritengono pienamente consolidate solo Ie democrazie del Sud Europa e l'Uruguay (e