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La prossimità intersoggettiva ha le sue condizioni accomunanti, ma il setting che si crea, tra approssimazione, violazione, margine, posizione, porosità, può dar vita a processi emancipativi o distruttivi a seconda di come è gestito e vissuto il gioco tra conflitto e confine. Anche nel setting clinico, sia di coppia che di gruppo, il confine evoca di per sé il suo superamento. Quel superamento richiama a sua volta il conflitto. Le differenze che si approssimano e si incontrano sono di fatto la base di quella particolare tessitura che possiamo chiamare setting. Si abita ogni setting percorrendo regioni di frontiera dove si osserva la tipica tensione di ogni approssimazione. Il conflitto tra l'insofferenza dei confini vissuti come gabbia, il vitale desiderio del superamento di quei confini, e allo stesso tempo il bisogno di contenimento di cui comunque non si riesce a fare a meno, disegnano la contingenza di ogni relazione.