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Abstract
DATA LA PENURIA DELLE FONTI ARCHIVISTICHE UNGHERESI, la storiografia considera da tempo l’arte medievale del Regno d’Ungheria un ambito caratterizzato da influenze astratte, stentando a dare un volto e un nome ai mediatori culturali che facilitarono la circolazione di oggetti, forme artistiche, idee e maestri. Uno dei temi maggiormente toccati da tale fenomeno è la transizione tra l’arte medievale e quella rinascimentale, i cui inizi vengono generalmente collocate all’incirca negli ultimi decenni del regno di Mattia Corvino (1458–90), accentuando, tuttavia, la continuità dell’influenza italiana trapiantata dagli Angioini in Ungheria. I discorsi sull’influenza dell’arte fiorentina su quella ungherese sono al centro degli studi di Mária Prokopp, che da decenni occupano una posizione dominante nella storiografia ungherese. Anche se la studiosa si riferisce spesso al presunto ruolo