{"title":"»...l’aere ne tremesse.«","authors":"David Nelting","doi":"10.1515/dante-2020-0004","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Riassunto Con questo saggio si intende in primo luogo mostrare come Dante si conformi all’osservazione fisica di Alberto Magno, secondo cui l’orecchio umano sente solo quello che si trasmette »cum aere tremente«, evocando con l’emistichio »l’aere ne tremesse« (Inf. I, 48 secondo la grafia dell’Edizione Nazionale) un suono ben preciso: il ruggito del leone, che ostacola il cammino di Dante, rappresentando il peccato capitale della superbia. L’immagine dell’aria tremante attesta così sia la forte tendenza dantesca a produrre effetti sinestetici sia la sua integrazione delle dottrine fisiche contemporanee nel discorso poetico. In secondo luogo, l’emistichio sarà preso in considerazione come citazione del sonetto »Chi è questa che vèn« di Guido Cavalcanti. Si mostrerà così come Dante impieghi l’immagine dell’aria tremante, proprio perché citazione di Cavalcanti, a fini già attestabili per la Vita Nova: per distanziarsi dal predecessore, evidenziando la necessità di superare quel genere di lirica d’amore profana e così fondare una nuova poetica ‘sacrale’.","PeriodicalId":11276,"journal":{"name":"Deutsches Dante-Jahrbuch","volume":"111 1","pages":"38 - 52"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-09-23","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"1","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Deutsches Dante-Jahrbuch","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.1515/dante-2020-0004","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Riassunto Con questo saggio si intende in primo luogo mostrare come Dante si conformi all’osservazione fisica di Alberto Magno, secondo cui l’orecchio umano sente solo quello che si trasmette »cum aere tremente«, evocando con l’emistichio »l’aere ne tremesse« (Inf. I, 48 secondo la grafia dell’Edizione Nazionale) un suono ben preciso: il ruggito del leone, che ostacola il cammino di Dante, rappresentando il peccato capitale della superbia. L’immagine dell’aria tremante attesta così sia la forte tendenza dantesca a produrre effetti sinestetici sia la sua integrazione delle dottrine fisiche contemporanee nel discorso poetico. In secondo luogo, l’emistichio sarà preso in considerazione come citazione del sonetto »Chi è questa che vèn« di Guido Cavalcanti. Si mostrerà così come Dante impieghi l’immagine dell’aria tremante, proprio perché citazione di Cavalcanti, a fini già attestabili per la Vita Nova: per distanziarsi dal predecessore, evidenziando la necessità di superare quel genere di lirica d’amore profana e così fondare una nuova poetica ‘sacrale’.