{"title":"Gestione in urgenza di un paziente con ischemia acuta degli arti inferiori","authors":"T. Couture, L. Oiknine, L. Chiche","doi":"10.1016/S1286-9341(20)43741-X","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’ischemia acuta degli arti inferiori è l’urgenza più frequente in chirurgia vascolare. Corrisponde all’improvvisa diminuzione della perfusione dell’arto inferiore. La sua gestione mira a preservare l’integrità funzionale dell’arto e a trattare le conseguenze sistemiche del fenomeno ischemia-riperfusione. La velocità con cui si instaurano la terapia anticoagulante e la rivascolarizzazione condiziona la prognosi locale e generale. La valutazione clinica iniziale è fondamentale; deve consentire rapidamente di stabilire la diagnosi, di orientare verso un’eziologia embolica o trombotica, che si verifica su arterie sane o patologiche, di valutare la gravità dell’ischemia e di ricercare delle comorbilità che possono scompensarsi. L’insieme di questa valutazione iniziale guida la gestione terapeutica e consente di decidere se eseguire o meno ulteriori esami prima dell’intervento chirurgico. La rivascolarizzazione utilizza le tecniche di chirurgia vascolare convenzionale (trombectomia, bypass) ed endovascolare (trombolisi, tromboaspirazione, trombectomia meccanica). La sorveglianza durante l’immediato periodo postoperatorio mira a diagnosticare e trattare precocemente le complicanze locali, principalmente la sindrome compartimentale, e generali (renali, cardiache, polmonari, disturbi idroelettrolitici). Nonostante le cure appropriate, il 13% delle principali amputazioni viene eseguito durante il ricovero e il tasso di mortalità precoce è del 10%, nelle ultime serie.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"24 2","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Urgenze","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S128693412043741X","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’ischemia acuta degli arti inferiori è l’urgenza più frequente in chirurgia vascolare. Corrisponde all’improvvisa diminuzione della perfusione dell’arto inferiore. La sua gestione mira a preservare l’integrità funzionale dell’arto e a trattare le conseguenze sistemiche del fenomeno ischemia-riperfusione. La velocità con cui si instaurano la terapia anticoagulante e la rivascolarizzazione condiziona la prognosi locale e generale. La valutazione clinica iniziale è fondamentale; deve consentire rapidamente di stabilire la diagnosi, di orientare verso un’eziologia embolica o trombotica, che si verifica su arterie sane o patologiche, di valutare la gravità dell’ischemia e di ricercare delle comorbilità che possono scompensarsi. L’insieme di questa valutazione iniziale guida la gestione terapeutica e consente di decidere se eseguire o meno ulteriori esami prima dell’intervento chirurgico. La rivascolarizzazione utilizza le tecniche di chirurgia vascolare convenzionale (trombectomia, bypass) ed endovascolare (trombolisi, tromboaspirazione, trombectomia meccanica). La sorveglianza durante l’immediato periodo postoperatorio mira a diagnosticare e trattare precocemente le complicanze locali, principalmente la sindrome compartimentale, e generali (renali, cardiache, polmonari, disturbi idroelettrolitici). Nonostante le cure appropriate, il 13% delle principali amputazioni viene eseguito durante il ricovero e il tasso di mortalità precoce è del 10%, nelle ultime serie.