{"title":"Il monismo psico-fisico di Harald Høffding","authors":"Fabio Grigenti","doi":"10.5281/zenodo.34300","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"1 Cfr. la voce Harald Høffding, in Murchison (1930: 197-205). 2 La psicologia fu tra i principali campi di interesse coltivati da Sibbern. Tra i suoi lavori ricordiamo: Menneskets aandelige Natur og Væsen, Schultz (1819); Psychologisk Pathology (1828) e Psychologie, indledet ved allmindelig biologie: sammentrængt Fremstilling (1843); Si tratta di testi sicuramente presenti al giovane Høffding, in particolare l’ultimo, nel quale il tentativo di “fondare” la psicologia sulla biologia è certamente alla base dell’attenzione che il filosofo danese riserverà ai progressi della scienza del vivente. Tuttavia la ragione che condusse il giovane Harald ad approfondire lo studio dei metodi e delle scoperte in ambito psicologico fu «la discussione che nella vita letteraria della Danimarca si era determinata intorno alle mutue relazioni tra scienza e religione» (Murchison, 1930: 197), che già allora egli considerava come «due forze spirituali» capaci di presentarsi in «forme variate» e dotate di una «propria base psicologica» (Murchison, 1930: 197). In tale prospettiva Høffding incontra già nel 1874 le opere di quelli che egli stesso ricorda come i suoi “primi maestri”, Fechner e Wundt, dai quali in parte si distaccherà dopo aver rilevato che la psicologia sperimentale «non era in grado di apportare alcuna luce su molti fenomeni mentali» (Murchison, 1930: 197). Di qui la successiva attenzione rivolta al comportamentismo, alla psicologia sociologica di Durkheim e alla psichiatria, approcci il cui studio occuperà Høffding fino alla termine della vita. Nel frattempo era già apparso il volume Psykologi i omrids pá Grundlag af Erfaring (1882), che rimarrà il contributo più importante dato dal filosofo danese alla nuova scienza della psiche. Concepito come reazione","PeriodicalId":37926,"journal":{"name":"Philosophical Readings","volume":"1 1","pages":"70-97"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2015-11-28","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Philosophical Readings","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.5281/zenodo.34300","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"Q3","JCRName":"Arts and Humanities","Score":null,"Total":0}
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Abstract
1 Cfr. la voce Harald Høffding, in Murchison (1930: 197-205). 2 La psicologia fu tra i principali campi di interesse coltivati da Sibbern. Tra i suoi lavori ricordiamo: Menneskets aandelige Natur og Væsen, Schultz (1819); Psychologisk Pathology (1828) e Psychologie, indledet ved allmindelig biologie: sammentrængt Fremstilling (1843); Si tratta di testi sicuramente presenti al giovane Høffding, in particolare l’ultimo, nel quale il tentativo di “fondare” la psicologia sulla biologia è certamente alla base dell’attenzione che il filosofo danese riserverà ai progressi della scienza del vivente. Tuttavia la ragione che condusse il giovane Harald ad approfondire lo studio dei metodi e delle scoperte in ambito psicologico fu «la discussione che nella vita letteraria della Danimarca si era determinata intorno alle mutue relazioni tra scienza e religione» (Murchison, 1930: 197), che già allora egli considerava come «due forze spirituali» capaci di presentarsi in «forme variate» e dotate di una «propria base psicologica» (Murchison, 1930: 197). In tale prospettiva Høffding incontra già nel 1874 le opere di quelli che egli stesso ricorda come i suoi “primi maestri”, Fechner e Wundt, dai quali in parte si distaccherà dopo aver rilevato che la psicologia sperimentale «non era in grado di apportare alcuna luce su molti fenomeni mentali» (Murchison, 1930: 197). Di qui la successiva attenzione rivolta al comportamentismo, alla psicologia sociologica di Durkheim e alla psichiatria, approcci il cui studio occuperà Høffding fino alla termine della vita. Nel frattempo era già apparso il volume Psykologi i omrids pá Grundlag af Erfaring (1882), che rimarrà il contributo più importante dato dal filosofo danese alla nuova scienza della psiche. Concepito come reazione
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