Piero della Francesca e il Novecento. Una recensione dimenticata di Roberto Longhi / Piero della Francesca and the 20th century. A forgotten review by Roberto Longhi

IF 0.2 Q2 Arts and Humanities
M. Dantini
{"title":"Piero della Francesca e il Novecento. Una recensione dimenticata di Roberto Longhi / Piero della Francesca and the 20th century. A forgotten review by Roberto Longhi","authors":"M. Dantini","doi":"10.13138/2039-2362/2387","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"La riflessione sui rapporti tra «arte italiana» e «arte tedesca» accompagna Longhi nel corso di tutta la sua attivita. Rimane ad oggi in larga parte inesplorato il retroterra ideologico di tale riflessione, nutrita di spunti storico-politici e antropologico-culturali. Questo mio saggio, che dedica attenzione per cosi dire “monografica” a un’ampia recensione longhiana apparsa sulla  «Voce»  nel gennaio del 1914, si propone di contribuire allo studio di talune premesse storico-politiche e storico-ideologiche sino ad oggi trascurate. Occasione della recensione, che fa il punto sul rapporto tra arte italiana e arte «nordica», e la pubblicazione a Monaco del voluminoso  Die italienische Schonheit  di Arthur Moeller van den Bruck (1913). L’impegno con cui Longhi si getta a commentare il volume di Moeller e singolare. Di fatto Moeller, che dopo la guerra, lasciata la storia dell’arte, diverra noto soprattutto come ideologo dei «giovani conservatori» raccolti nello Juni-Klub berlinese e morira suicida nel 1925, al tempo amico di Theodor Daubler e editore dell’ Opera omnia  di Dostoevskij in Germania, celebra Piero della Francesca da punti di vista specificamente modernisti, che fanno riferimento al postimpressionismo francese, mitteleuropeo (Hodler) e scandinavo (Munch) e al futurismo italiano, di cui Moeller e tra i piu convinti sostenitori in Germania nell’immediato anteguerra. Le ragioni dell’apprezzamento di Piero sono, in Moeller, molto diverse da quelle di Longhi, che pubblica il saggio  Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana  (ancora) del 1914 e il  Piero della Francesca  nel 1927 (qui Moeller e citato in bibliografia). Tuttavia non incomparabili, e anzi tali da richiamare l’attenzione su Moeller quale oggi dimenticato (eppure illustre) precursore della fama di Piero nel periodo dell’ entre-deux-guerres . Spiccano, nel contesto della recensione longhiana, l’indispettita confutazione del nazionalismo di Moeller, avvertito come aristocratizzante, in nome di tutt’altro nazionalismo, vociano e prezzoliniano; un primo abbozzo degli argomenti esposti di li a poco nell’acido  Keine Malerei. Arte boreale? ; e infine la riproposizione, da parte di Longhi, di luoghi comuni pubblicistici ampiamente circolanti al tempo in tema di “imperialismo” scientifico e culturale tedesco. The reflection on the relationships between \"Italian art\" and \"German art\" accompanies Longhi throughout his activity. To date, the ideological background of this reflection remains largely unexplored, nourished by historical-political and anthropological-cultural ideas. This essay of mine, which devotes so to say \"monographic\" attention to an extensive review published by Longhi in «la Voce» in January 1914, aims to contribute to the study of certain historical-political and historical-ideological premises hitherto neglected. The occasion of the review, which takes stock of the relationship between Italian and \"Nordic\" art, is the publication in Munich of Arthur Moeller van den Bruck's voluminous Die italienische Schonheit (1913). The commitment with which Longhi throws himself into commenting on Moeller's volume is singular. In fact Moeller, who after the war, left the history of art, became known above all as the ideologue of the \"young conservatives\" gathered in Juni-Klub in Berlin and died suicide in 1925, at the time friend of Theodor Daubler and editor of the Opera omnia by Dostoevskij in Germany, celebrates Piero della Francesca from specifically modernist points of view, which refer to French, Swiss-German (Hodler) and Scandinavian (Munch) Post-Impressionism and to Italian Futurism, of which Moeller is among the most passionate supporters in Germany in immediate pre-war. The reasons for Piero's appreciation are, in Moeller, very different from those of Longhi, who publishes the essay Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana in 1914 (again) and Piero della Francesca in 1927 (here Moeller is mentioned in bibliography). However not incomparable, and indeed such as to draw attention to Moeller as a today forgotten (yet illustrious) precursor of Piero's fame in the period of the entre-deux-guerres . In the context of the Longhian review stand out the indignant refutation of Moeller's nationalism, perceived as aristocratic and «Junker-Style», in the name of a completely different nationalism, more popular (or populist) and «vociano»; a first sketch of the topics presented shortly after in the essay Keine Malerei. Arte boreale? (1914); and finally, Longhi's repetition of geopolitical common places widely circulating in Italy at that time on the subject of German scientific and cultural \"imperialism\".","PeriodicalId":41662,"journal":{"name":"Capitale Culturale-Studies on the Value of Cultural Heritage","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.2000,"publicationDate":"2020-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Capitale Culturale-Studies on the Value of Cultural Heritage","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.13138/2039-2362/2387","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"Q2","JCRName":"Arts and Humanities","Score":null,"Total":0}
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Abstract

La riflessione sui rapporti tra «arte italiana» e «arte tedesca» accompagna Longhi nel corso di tutta la sua attivita. Rimane ad oggi in larga parte inesplorato il retroterra ideologico di tale riflessione, nutrita di spunti storico-politici e antropologico-culturali. Questo mio saggio, che dedica attenzione per cosi dire “monografica” a un’ampia recensione longhiana apparsa sulla  «Voce»  nel gennaio del 1914, si propone di contribuire allo studio di talune premesse storico-politiche e storico-ideologiche sino ad oggi trascurate. Occasione della recensione, che fa il punto sul rapporto tra arte italiana e arte «nordica», e la pubblicazione a Monaco del voluminoso  Die italienische Schonheit  di Arthur Moeller van den Bruck (1913). L’impegno con cui Longhi si getta a commentare il volume di Moeller e singolare. Di fatto Moeller, che dopo la guerra, lasciata la storia dell’arte, diverra noto soprattutto come ideologo dei «giovani conservatori» raccolti nello Juni-Klub berlinese e morira suicida nel 1925, al tempo amico di Theodor Daubler e editore dell’ Opera omnia  di Dostoevskij in Germania, celebra Piero della Francesca da punti di vista specificamente modernisti, che fanno riferimento al postimpressionismo francese, mitteleuropeo (Hodler) e scandinavo (Munch) e al futurismo italiano, di cui Moeller e tra i piu convinti sostenitori in Germania nell’immediato anteguerra. Le ragioni dell’apprezzamento di Piero sono, in Moeller, molto diverse da quelle di Longhi, che pubblica il saggio  Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana  (ancora) del 1914 e il  Piero della Francesca  nel 1927 (qui Moeller e citato in bibliografia). Tuttavia non incomparabili, e anzi tali da richiamare l’attenzione su Moeller quale oggi dimenticato (eppure illustre) precursore della fama di Piero nel periodo dell’ entre-deux-guerres . Spiccano, nel contesto della recensione longhiana, l’indispettita confutazione del nazionalismo di Moeller, avvertito come aristocratizzante, in nome di tutt’altro nazionalismo, vociano e prezzoliniano; un primo abbozzo degli argomenti esposti di li a poco nell’acido  Keine Malerei. Arte boreale? ; e infine la riproposizione, da parte di Longhi, di luoghi comuni pubblicistici ampiamente circolanti al tempo in tema di “imperialismo” scientifico e culturale tedesco. The reflection on the relationships between "Italian art" and "German art" accompanies Longhi throughout his activity. To date, the ideological background of this reflection remains largely unexplored, nourished by historical-political and anthropological-cultural ideas. This essay of mine, which devotes so to say "monographic" attention to an extensive review published by Longhi in «la Voce» in January 1914, aims to contribute to the study of certain historical-political and historical-ideological premises hitherto neglected. The occasion of the review, which takes stock of the relationship between Italian and "Nordic" art, is the publication in Munich of Arthur Moeller van den Bruck's voluminous Die italienische Schonheit (1913). The commitment with which Longhi throws himself into commenting on Moeller's volume is singular. In fact Moeller, who after the war, left the history of art, became known above all as the ideologue of the "young conservatives" gathered in Juni-Klub in Berlin and died suicide in 1925, at the time friend of Theodor Daubler and editor of the Opera omnia by Dostoevskij in Germany, celebrates Piero della Francesca from specifically modernist points of view, which refer to French, Swiss-German (Hodler) and Scandinavian (Munch) Post-Impressionism and to Italian Futurism, of which Moeller is among the most passionate supporters in Germany in immediate pre-war. The reasons for Piero's appreciation are, in Moeller, very different from those of Longhi, who publishes the essay Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana in 1914 (again) and Piero della Francesca in 1927 (here Moeller is mentioned in bibliography). However not incomparable, and indeed such as to draw attention to Moeller as a today forgotten (yet illustrious) precursor of Piero's fame in the period of the entre-deux-guerres . In the context of the Longhian review stand out the indignant refutation of Moeller's nationalism, perceived as aristocratic and «Junker-Style», in the name of a completely different nationalism, more popular (or populist) and «vociano»; a first sketch of the topics presented shortly after in the essay Keine Malerei. Arte boreale? (1914); and finally, Longhi's repetition of geopolitical common places widely circulating in Italy at that time on the subject of German scientific and cultural "imperialism".
皮耶罗·德拉·弗朗西斯卡和二十世纪。罗伯托·隆吉/皮耶罗·德拉·弗朗西斯卡与20世纪被遗忘的回顾。Roberto Longhi的一篇被遗忘的评论
对“意大利艺术”与“德国艺术”关系的思考伴随着龙希的整个活动。迄今为止,这种反思的意识形态背景在很大程度上仍未被探索,受到历史政治和人类学文化线索的滋养。我的这篇文章关注的是1914年1月发表在《声音》上的一篇广泛的龙锡安评论,可以说是“专著”,旨在为研究迄今为止被忽视的某些历史政治和历史意识形态前提做出贡献。这是一个机会,它评估了意大利艺术和“北欧”艺术之间的关系,以及Arthur Moeller van den Bruck(1913)在慕尼黑出版的长篇《意大利艺术》(Die italienische Schonheit)。龙希承诺评论默勒的作品是独一无二的。事实上,默勒在战后离开了艺术史,最重要的是,他成为了聚集在柏林青年俱乐部的“年轻保守派”的理论家,并于1925年自杀身亡,当时他是西奥多·道布勒的朋友,也是陀思妥耶夫斯基在德国的歌剧《omnia》的编辑,指的是法国、中欧(Hodler)和斯堪的纳维亚(Munch)的后印象派,以及意大利未来主义,其中Moeller是战前德国最坚定的支持者之一。在《默勒》一书中,皮耶罗欣赏的原因与隆吉截然不同。隆吉于1914年发表了《皮耶罗·戴·弗朗切斯基与威尼斯绘画的发展》一文,1927年发表了文章《皮耶罗·德拉·弗朗切斯卡》(参考书目中引用了默勒)。然而,这并不是无与伦比的,事实上,这也引起了人们对默勒的关注,他是皮耶罗在两人制比赛中成名的先驱,如今已被遗忘(但仍很杰出)。在朗锡安评论的背景下,以完全不同的民族主义、vociano和prezzolinian的名义,突出了对默勒民族主义的愤怒反驳,这种民族主义被视为贵族;争论的第一个纲要很快在凯恩·马利雷酸中提出。无聊的艺术?最后,龙希再现了当时广泛流传的关于德国科学和文化“帝国主义”主题的陈词滥调。对“意大利艺术”与“德国艺术”关系的思考伴随着龙希的整个活动。迄今为止,这种反思的思想背景在很大程度上仍未被探索,受到历史政治和人类学文化思想的滋养。我的这篇文章是对龙希1914年1月在《Voce》杂志上发表的一篇广泛评论的“专题性”关注,旨在为研究迄今为止被忽视的某些历史政治和历史思想前提做出贡献。这篇评论评估了意大利和“北欧”艺术之间的关系,是Arthur Moeller van den Bruck于1913年在慕尼黑出版的长篇《意大利之死》(Die italienische Schonheit)。龙希致力于评论默勒的作品是独一无二的。事实上,默勒在战后离开了艺术史,最重要的是,他是聚集在柏林Juni Klub的“年轻保守派”的理论家,并于1925年自杀身亡,当时他是西奥多·道布勒的朋友,也是德国陀思妥耶夫斯基歌剧《omnia》的编辑,瑞士德语(Hodler)和斯堪的纳维亚(Munch)后印象派,以及意大利未来主义,其中默勒是战前德国最热情的支持者之一。在《默勒》中,皮耶罗欣赏的原因与隆吉的不同,隆吉在1914年(再次)和1927年发表了文章《皮耶罗·德拉·弗朗西斯卡》(参考文献中提到了默勒)。然而,这并不是无与伦比的,事实上,这也引起了人们对默勒的关注,他是皮耶罗在两人组比赛期间名声大噪的先驱,如今已被遗忘(但仍很杰出)。在Longhian评论的背景下,以一种完全不同的民族主义,更受欢迎(或民粹主义)和“vociano”的名义,对被视为贵族和“容克风格”的默勒民族主义进行了愤怒的拒绝;凯恩·马勒雷在文章之后简要介绍了主题的第一个草图。无聊的艺术?(1914);最后,龙希在德国科学文化“帝国主义”问题上重复了当时在意大利广泛流传的地缘政治共同点。
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