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Abstract
Il contributo illustra le ricerche sull’evoluzione umana condotte dallo psicologo Michael Tomasello e la sua ipotesi dell’intenzionalità condivisa, per mostrare come tale prospettiva possa rivelarsi feconda anche per gli studi di teoria letteraria. Il pensiero di Tomasello è analizzato e messo in dialogo con altri studiosi (Donald, Corballis, Di Martino, Piaget, Nelson, Hutto, Ricoeur, Porter Abbott, Sloterdijk) per tracciare una storia evolutiva del linguaggio – gesto, parola, narrazione –, considerato come uno strumento di imitazione del mondo. La nascita del linguaggio innesca conseguenze a cascata, che hanno ricadute profonde sullo sviluppo del soggetto umano. Nella parte finale viene evidenziato il ruolo decisivo della mimesi narrativa nel processo di strutturazione del pensiero (memoria e immaginazione) e della socialità umani, accennando alle differenze tra l’uso quotidiano dei racconti e il fenomeno letterario vero e proprio.