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Abstract
Il seguente contributo tratta la trasformazione delle rappresentazioni utopografiche, intese come descrizioni letterarie che si riferiscono esplicitamente a spazi e luoghi non esistenti, nel corso del Quattro e Cinquecento. L'argomentazione si basa su tre testi utopici: il Trattato di architettura di Filarete (1460), Il mondo savio e pazzo di Anton Francesco Doni (1552) e la Citta del Sole di Campanella (1602). Muovendo dalle recenti teorie della descrizione letteraria, l'articolo esamina la natura delle affermazioni utopografiche comparandole alla descrizione generale dello spazio. L'articolo tende a dimostrare come si produca una sempre maggiore prospettivizzazione di enunciati spaziali passando da una visione autoriale verticale dello spazio utopico a una prospettiva orizzontale che coinvolge piu fortemente il corpo del narratore, generando cosi degli effetti di profondita.
期刊介绍:
Die Romanischen Forschungen sind eine der ältesten deutschen Fachzeitschriften. Ihr Gegenstand sind die romanischen Sprachen, Literaturen und Kulturen von den Anfängen bis zur Gegenwart. Herausgeber und Beirat pflegen die Verbindung von Sprach- und Literaturwissenschaft und bevorzugen Beiträge und Rezensionen mit einer gesamtromanischen Fragestellung. Die Publikationssprachen sind außer allen romanischen Sprachen das Deutsche und Englische. Die hohe Qualität der Beiträge wird durch ein strenges peer-review-Verfahren gewährleistet.