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Abstract
SOMMARIO La rappresentazione dei paesaggi di guerra nel futurismo, e in particolari negli scritti di Filippo Tommaso Marinetti, segue lungo tutto gli anni Dieci una precisa linea evolutiva estetica e formale. Con le forme cambiano anche i significati veicolati dal paesaggio, significati che riflettono lo sviluppo del movimento e in particolare la sua crescente politicizzazione a partire dal 1918. Dopo una sezione teorica sul paesaggio nel futurismo, l’articolo individua tre fasi successive di tale evoluzione, identificate esemplarmente da tre opere di Marinetti. In La battaglia di Tripoli (1912) il paesaggio è uno sfondo statico e immobile, pretesto per descrizioni liriche. In ‘Battaglia a 9 piani’ (1916) è invece presentato come partecipe alla guerra futurista. Ne L’alcòva d’acciaio (1921) il paesaggio italiano diviene invece simbolo dell’Italia intera e viene attivamente modificato dai futuristi, un’operazione che suggerisce così un tentativo di appropriazione politica della nazione da parte del movimento.