{"title":"Rivisitare la pratica femminista del ‘partire da sé’: autofiction al maschile e femminicidio in La scuola cattolica di Edoardo Albinati","authors":"Nicoletta Mandolini","doi":"10.1080/02639904.2019.1690790","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"ABSTRACT ‘Il riconoscimento innanzitutto come maschio, partendo quindi da me, mi ha collocato in comunanza […] con la parte più oscura della mascolinità’. Con queste parole, incluse in un numero speciale de Il Manifesto sul tema del femminicidio (‘Il corpo del delitto’), Edoardo Albinati chiarisce lo stimolo creativo che sta alla base del suo romanzo La scuola cattolica, vincitore del Premio Strega nel 2016. La prospettiva eccentrica e dichiaratamente autofinzionale adottata da Albinati per raccontare la storia dei femminicidi commessi da Angelo Izzo, uno degli autori del massacro del Circeo, è, di fatto, ciò che ha garantito il successo del testo tra i critici letterari. Facendo riferimento a teorie su violenza di genere e autofiction, oltre che ai Critical Men’s Studies, l’articolo si propone di analizzare le controversie etiche che emergono del racconto sul femminicidio de La scuola cattolica, affidando particolare attenzione alla problematica relazione che la narrazione al maschile incentrata sulla figura del carnefice intrattiene con la realtà della vittimizzazione femminile. Lo studio ravvisa nell’opera di Albinati una reticenza a riassegnare vocalità alle donne vittimizzate che tuttavia corrisponde a un’importante tendenza ad erodere l’autorialità maschile e, con essa, la dicotomia di genere da cui deriva la violenza sessista.","PeriodicalId":41864,"journal":{"name":"Romance Studies","volume":"37 1","pages":"171 - 187"},"PeriodicalIF":0.1000,"publicationDate":"2019-10-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1080/02639904.2019.1690790","citationCount":"2","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Romance Studies","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.1080/02639904.2019.1690790","RegionNum":3,"RegionCategory":"文学","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"0","JCRName":"LITERATURE, ROMANCE","Score":null,"Total":0}
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Abstract
ABSTRACT ‘Il riconoscimento innanzitutto come maschio, partendo quindi da me, mi ha collocato in comunanza […] con la parte più oscura della mascolinità’. Con queste parole, incluse in un numero speciale de Il Manifesto sul tema del femminicidio (‘Il corpo del delitto’), Edoardo Albinati chiarisce lo stimolo creativo che sta alla base del suo romanzo La scuola cattolica, vincitore del Premio Strega nel 2016. La prospettiva eccentrica e dichiaratamente autofinzionale adottata da Albinati per raccontare la storia dei femminicidi commessi da Angelo Izzo, uno degli autori del massacro del Circeo, è, di fatto, ciò che ha garantito il successo del testo tra i critici letterari. Facendo riferimento a teorie su violenza di genere e autofiction, oltre che ai Critical Men’s Studies, l’articolo si propone di analizzare le controversie etiche che emergono del racconto sul femminicidio de La scuola cattolica, affidando particolare attenzione alla problematica relazione che la narrazione al maschile incentrata sulla figura del carnefice intrattiene con la realtà della vittimizzazione femminile. Lo studio ravvisa nell’opera di Albinati una reticenza a riassegnare vocalità alle donne vittimizzate che tuttavia corrisponde a un’importante tendenza ad erodere l’autorialità maschile e, con essa, la dicotomia di genere da cui deriva la violenza sessista.