{"title":"Città intelligenti e innovazione sociale: contro (e dentro) le retoriche della smartness e della social innovation. Nota introduttiva","authors":"Maurizio Busacca","doi":"10.3280/sur2020-122001","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Smart city e social innovation sono due tra le locuzioni che hanno maggiormente influenzato le politiche urbane nel corso degli ultimi 15 anni, tra le poche a non essersi trasformate in buzzword ma ad aver consolidato la loro presenza nelle politiche a vari livelli, nelle strategie organizzative delle imprese pubbliche e private e nei tentativi di mobilitazione di forme di intelligenza sociale variamente intesa. La rapida diffusione di sistemi di trasporto sempre più evoluti ed integrati con gli altri ambiti urbani come, ad esempio, il bike sharing e il car sharing (Arcidiacono, Duggan, 2020), l’esplosione dei fablab come nuovo orizzonte della manifattura (Manzo, Ramella, 2015), infrastrutture di sorveglianza urbana e forme di integrazione tra oggetti di uso quotidiano e dispositivi tecnologici (Chen et al., 2017), la diffusione dei coworking come forma di riorganizzazione del lavoro cognitivo (Andreotti, 2018): sono questi alcuni degli ambiti più evidenti di contatto tra smart city e innovazione sociale. Molti di questi esperimenti collaborativi sono stati di recente analizzati da Ramella e Manzo (2019), che hanno tracciato il perimetro di quella che i due autori definiscono l’economia della collaborazione. Le due locuzioni presentano genealogie (Foucault, 1978) in parte simili: sono state prodotte da think thank internazionali con grande influenza nei confronti del policy making in una fase storica gli anni ‘90 nella quale i sistemi politici cercavano nuove forme di integrazione tra società ed economia. Mentre l’Europa era alle prese con la stagione di ricalibratura dei sistemi di welfare convergendo sull’agenda del social investment (Morel et al., 2011), gli Stati Uniti affermavano il proprio modello di entrepreneurial society (Audretsch, 2007), riformando le organizzazioni pubbliche sotto la bandiera del New Public Management (Pollit, Boukaert, 2017), e gli Stati","PeriodicalId":52134,"journal":{"name":"Sociologia Urbana e Rurale","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"1","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Sociologia Urbana e Rurale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.3280/sur2020-122001","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"Q3","JCRName":"Social Sciences","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Smart city e social innovation sono due tra le locuzioni che hanno maggiormente influenzato le politiche urbane nel corso degli ultimi 15 anni, tra le poche a non essersi trasformate in buzzword ma ad aver consolidato la loro presenza nelle politiche a vari livelli, nelle strategie organizzative delle imprese pubbliche e private e nei tentativi di mobilitazione di forme di intelligenza sociale variamente intesa. La rapida diffusione di sistemi di trasporto sempre più evoluti ed integrati con gli altri ambiti urbani come, ad esempio, il bike sharing e il car sharing (Arcidiacono, Duggan, 2020), l’esplosione dei fablab come nuovo orizzonte della manifattura (Manzo, Ramella, 2015), infrastrutture di sorveglianza urbana e forme di integrazione tra oggetti di uso quotidiano e dispositivi tecnologici (Chen et al., 2017), la diffusione dei coworking come forma di riorganizzazione del lavoro cognitivo (Andreotti, 2018): sono questi alcuni degli ambiti più evidenti di contatto tra smart city e innovazione sociale. Molti di questi esperimenti collaborativi sono stati di recente analizzati da Ramella e Manzo (2019), che hanno tracciato il perimetro di quella che i due autori definiscono l’economia della collaborazione. Le due locuzioni presentano genealogie (Foucault, 1978) in parte simili: sono state prodotte da think thank internazionali con grande influenza nei confronti del policy making in una fase storica gli anni ‘90 nella quale i sistemi politici cercavano nuove forme di integrazione tra società ed economia. Mentre l’Europa era alle prese con la stagione di ricalibratura dei sistemi di welfare convergendo sull’agenda del social investment (Morel et al., 2011), gli Stati Uniti affermavano il proprio modello di entrepreneurial society (Audretsch, 2007), riformando le organizzazioni pubbliche sotto la bandiera del New Public Management (Pollit, Boukaert, 2017), e gli Stati
期刊介绍:
Sociologia urbana e rurale is the only Italian journal dedicated to environmental and territorial sociology. Theoretical and empirical studies are published, with most connected to urban and rural changes. Particular attention is paid to the following topics: spatial and social forms in urban and rural areas; poverty and social exclusion; local and international migration; environmental topics; urban and architectural planning; tourism; new urban populations. Other types of article are also accepted, touching on methodological aspects, the history of rural and urban studies, bibliographic research into particular topics. Our journal is also interested in strengthening links with other disciplines, particularly with architecture, urban planning and geography. Italian and international scholars are involved in our journal, which is the reason why a number of prominent European and American sociologists are members of the Steering Committee. Each issue has a monographic section, which is edited by one or two authors selected by the Steering Committee. The second section ( Studi e ricerche) is focused on research reports, comments on topics related to the discipline, and bibliographic research. Each issue also has space for the review of Italian and international books. Every year, the Steering Committee plans topics for each monographic section. The editors are free to post a request for a paper on the journal''s webpage and on the website of the AIS Territorial Sociology Section, or to request contributions directly from potential authors. The Committee might also consider proposals for the monographic section. All articles are required to have a strong theoretical base, although significant empirical results are also greatly appreciated. Unsolicited and unpublished articles from prominent scholars are also accepted, with the possibility that some might be published in their original language.