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Abstract
Dopo aver svelato parte della storia e dell’attività di Giulio Sambon (1837-1921) con la sua «Impresa di Vendite in Italia» a Milano, Firenze, Roma e Napoli,1 si propone un approfondimento sul suo incontro con il mercante d’arte Francesco Molinari (1813-1866). Quest’ultimo, attivo in Italia e probabilmente anche in Europa, si colloca nel panorama del collezionismo milanese della seconda metà dell’Ottocento con una particolare attenzione alle opere d’arte lombarda, configurandosi un crocevia ancora non indagato del secolo dei conoscitori. L’occasione che ha portato i due mercanti ad avvicinarsi è stata la chiusura del negozio che Molinari aveva a Milano, per la cui occasione questi chiama Sambon per allestire un’asta con quanto ancora in esposizione. L’episodio diventa l’inizio della dispersione di una raccolta che conta più di 350 opere, documentata attraverso cataloghi d’asta e certificati d’esportazione che mischiano informazioni di carattere storico-artistico e di gusto.