{"title":"L’avventura del progetto e il destino dell’uomo","authors":"N. Marzot","doi":"10.4000/estetica.5566","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"La tesi che si intende discutere e che il progetto sia l’intima essenza dell’uomo. I primi argomenti a suo favore non vanno tuttavia ricercati nella riflessione antropologica, in quanto il “discorso dell’uomo sull’uomo” presume il suo stesso oggetto di ricerca, rischiando di “avvitarsi” in un circolo vizioso senza uscita. Non e casuale che, in tal senso, le intuizioni piu illuminanti siano state espresse attraverso il linguaggio mito-poietico. Gia nel Protagora Platone, con le figure di Prometeo e di Epimeteo, mette in scena il dramma di una condizione umana che si presenta quale strutturale privazione di qualita specifiche, che la sola “capacita anticipante” del Titano puo risarcire, facendosi portatrice della tecnica come istanza di sopravvivenza in ambiente ostile. Da questo momento in avanti, l’avventura del progetto diventa metonimica protensione verso le cose a venire (ad-ventura); condizione necessaria, ancorche non sufficiente, per orientarsi in un mondo inteso come stato di indeterminazione dal quale emanciparsi. Tali premesse paiono oggi indicare una possibile via di uscita alla crisi di valori generata dal capitalismo finanziariario, che ci costringe a vivere in un rinnovato stato di incertezza, all’interno di un desolante paesaggio di rovine. La rigenerazione della citta, in tale scenario, costituisce pertanto la ripresa di un cammino, destinato a incontrare difficolta e resistenze, anche politiche. Un viatico necessario alla riproposizione tentativa di futuri possibili: nella consapevolezza che essi si fondino sulla capacita di formulare ipotesi sul passato – divenuto “criticamente” il nuovo ambiente in cui operare – sempre sospesi tra il “non piu” del mondo alle nostre spalle e il “non ancora” di quello che auspichiamo a venire. A partire dalla fondamentale distinzione tra Umwelt e Welt, introdotta dall’etologo Jakob von Uexkull, i percorsi della filosofia fenomenologico-esistenziale si intrecciano con quelli dell’Antropologia filosofica, confermando il senso dell’avventura del progetto e il suo problematico intrecciarsi con i destini dell’uomo. Max Scheler, Helmuth Plessner, Arnold Gehlen, Martin Heidegger, Gunter Anders, e Hannah Arendt, nutrono la consapevolezza che il carattere aporeticamente sfuggente dell’essenza umana derivi dalla costante riformulazione del rapporto “uomo”/“mondo”, di cui il progetto risulta il paradossale fondamento “effimero”. Cio impone che la cultura del progetto sia la prima a doversi mettere in gioco, ponendosi come continua interrogazione sui propri principi, metodi, regole ed esiti, da sottoporre a un incessante processo di verifica e confutazione. L’avventura del progetto diventa pertanto espressione architettonica dell’esistenza – intesa come fuoriuscita dal ciclico riproporsi di uno stato di incertezza – che nel suo divenire costruisce la realta sociale quale unico mondo abitabile dall’uomo, sempre uguale per quanto mai identico.","PeriodicalId":53954,"journal":{"name":"Rivista di Estetica","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1000,"publicationDate":"2019-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Rivista di Estetica","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.4000/estetica.5566","RegionNum":4,"RegionCategory":"哲学","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"0","JCRName":"PHILOSOPHY","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La tesi che si intende discutere e che il progetto sia l’intima essenza dell’uomo. I primi argomenti a suo favore non vanno tuttavia ricercati nella riflessione antropologica, in quanto il “discorso dell’uomo sull’uomo” presume il suo stesso oggetto di ricerca, rischiando di “avvitarsi” in un circolo vizioso senza uscita. Non e casuale che, in tal senso, le intuizioni piu illuminanti siano state espresse attraverso il linguaggio mito-poietico. Gia nel Protagora Platone, con le figure di Prometeo e di Epimeteo, mette in scena il dramma di una condizione umana che si presenta quale strutturale privazione di qualita specifiche, che la sola “capacita anticipante” del Titano puo risarcire, facendosi portatrice della tecnica come istanza di sopravvivenza in ambiente ostile. Da questo momento in avanti, l’avventura del progetto diventa metonimica protensione verso le cose a venire (ad-ventura); condizione necessaria, ancorche non sufficiente, per orientarsi in un mondo inteso come stato di indeterminazione dal quale emanciparsi. Tali premesse paiono oggi indicare una possibile via di uscita alla crisi di valori generata dal capitalismo finanziariario, che ci costringe a vivere in un rinnovato stato di incertezza, all’interno di un desolante paesaggio di rovine. La rigenerazione della citta, in tale scenario, costituisce pertanto la ripresa di un cammino, destinato a incontrare difficolta e resistenze, anche politiche. Un viatico necessario alla riproposizione tentativa di futuri possibili: nella consapevolezza che essi si fondino sulla capacita di formulare ipotesi sul passato – divenuto “criticamente” il nuovo ambiente in cui operare – sempre sospesi tra il “non piu” del mondo alle nostre spalle e il “non ancora” di quello che auspichiamo a venire. A partire dalla fondamentale distinzione tra Umwelt e Welt, introdotta dall’etologo Jakob von Uexkull, i percorsi della filosofia fenomenologico-esistenziale si intrecciano con quelli dell’Antropologia filosofica, confermando il senso dell’avventura del progetto e il suo problematico intrecciarsi con i destini dell’uomo. Max Scheler, Helmuth Plessner, Arnold Gehlen, Martin Heidegger, Gunter Anders, e Hannah Arendt, nutrono la consapevolezza che il carattere aporeticamente sfuggente dell’essenza umana derivi dalla costante riformulazione del rapporto “uomo”/“mondo”, di cui il progetto risulta il paradossale fondamento “effimero”. Cio impone che la cultura del progetto sia la prima a doversi mettere in gioco, ponendosi come continua interrogazione sui propri principi, metodi, regole ed esiti, da sottoporre a un incessante processo di verifica e confutazione. L’avventura del progetto diventa pertanto espressione architettonica dell’esistenza – intesa come fuoriuscita dal ciclico riproporsi di uno stato di incertezza – che nel suo divenire costruisce la realta sociale quale unico mondo abitabile dall’uomo, sempre uguale per quanto mai identico.