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Abstract
Tra le forme di ibridazione che caratterizzano la scrittura letteraria del Novecento, la rappresentazione del museo nei testi narrativi dà luogo a diverse declinazioni tematiche e retoriche, e si presta dunque ad essere analizzata attraverso molteplici prospettive ermeneutiche. Configurandosi come spazio di ambientazione del plot, o di trasfigurazione in chiave letteraria di musei reali, oppure ancora come raccolta sistematica di oggetti, di collezioni che assumono talvolta una valenza metatestuale, il dispositivo museale interagisce con la scrittura narrativa e delinea un campo d’indagine ancora poco esplorato dagli studi critici. Prendendo avvio da tali premesse, il contributo intende proporre la lettura di alcune occorrenze contemporanee del tema, sia italiane che straniere, in particolare nei testi La casa della vita (1958) di Mario Praz, Il museo dell’innocenza (2008) di Orhan Pamuk e, a guidare le riflessioni finali, Non luogo a procedere (2015) di Claudio Magris.