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Abstract
Fin dalla sua nascita nei primi anni del XXI secolo, il social network Twitter è stato sede di interessanti sperimentazioni narrative legate in particolare alla forma breve in ambito digitale. Muovendo da una mappatura di queste pratiche di Twitteratura, inquadrabili soprattutto come microracconti, forme di riscrittura ludica o di creazione condivisa, l’articolo si concentra su tre casi di Twitter fiction – Black Box (2012) di Jennifer Egan, Evidence: Story of a Crime (2012) di Eliott Holt e Hafiz (2014) di Teju Cole –, per evidenziare come simili esempi esplicitino in varia misura sperimentazioni condotte guardando a una specificità mediale che oltrepassa il semplice vincolo della brevità. Così facendo, questi testi presentano un atteggiamento critico nei confronti del mezzo di cui si avvalgono e si configurano come emblematici di un processo di riflessione che dal semplice piano della condivisione chiama in causa uno spazio di riflessione sulle possibilità e i modi stessi della Twitter fiction.