A. Benhamed MD MSc, Praticien hospitalier , L. Soyeux (Interne en médecine) , P. Steczek (Interne en médecine) , K. Tazarourte MD PhD, Professeur des Universités, praticien hospitalier
{"title":"Gestione dei traumatizzati cranici gravi in fase iniziale","authors":"A. Benhamed MD MSc, Praticien hospitalier , L. Soyeux (Interne en médecine) , P. Steczek (Interne en médecine) , K. Tazarourte MD PhD, Professeur des Universités, praticien hospitalier","doi":"10.1016/S1286-9341(24)49611-7","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><div>Il paziente vittima di trauma cranico grave è soprattutto un traumatizzato che deve essere sottoposto alle regole di gestione comuni a tutti i pazienti traumatizzati. La valutazione clinica, integrata appena possibile da una valutazione dell’emodinamica cerebrale mediante Doppler transcranico, rappresenta la prima fase, mentre la stabilizzazione ventilatoria e quella circolatoria sono i primi obiettivi terapeutici. Le prime ore post-traumatiche sono quelle più a rischio di ischemia cerebrale. L’organizzazione logistica deve adoperarsi per trasportare rapidamente questi pazienti verso strutture multidisciplinari che talvolta sono ancora carenti. Dal punto di vista medico, gli obiettivi del trasporto devono essere il controllo dell’emodinamica cerebrale e la lotta contro gli attacchi cerebrali secondari (normossia, mantenimento di un livello adeguato di pressione arteriosa media, osmoterapia se necessaria e soprattutto normotermia), utilizzando, non appena possibile, un Doppler transcranico. La gestione all’arrivo in ospedale deve tenere conto sia dei traumi multipli, di ricercare la diagnosi e di trattare in via prioritaria le emorragie che di un’eventuale indicazione neurochirurgica, cosa rara ma cruciale per l’esito del paziente. La qualità dell’assistenza preospedaliera e la riduzione del tempo di trasporto prima di un’efficace assistenza ospedaliera multidisciplinare permetteranno di migliorare ulteriormente la prognosi di questi pazienti.</div></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"28 4","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-11-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Urgenze","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1286934124496117","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Il paziente vittima di trauma cranico grave è soprattutto un traumatizzato che deve essere sottoposto alle regole di gestione comuni a tutti i pazienti traumatizzati. La valutazione clinica, integrata appena possibile da una valutazione dell’emodinamica cerebrale mediante Doppler transcranico, rappresenta la prima fase, mentre la stabilizzazione ventilatoria e quella circolatoria sono i primi obiettivi terapeutici. Le prime ore post-traumatiche sono quelle più a rischio di ischemia cerebrale. L’organizzazione logistica deve adoperarsi per trasportare rapidamente questi pazienti verso strutture multidisciplinari che talvolta sono ancora carenti. Dal punto di vista medico, gli obiettivi del trasporto devono essere il controllo dell’emodinamica cerebrale e la lotta contro gli attacchi cerebrali secondari (normossia, mantenimento di un livello adeguato di pressione arteriosa media, osmoterapia se necessaria e soprattutto normotermia), utilizzando, non appena possibile, un Doppler transcranico. La gestione all’arrivo in ospedale deve tenere conto sia dei traumi multipli, di ricercare la diagnosi e di trattare in via prioritaria le emorragie che di un’eventuale indicazione neurochirurgica, cosa rara ma cruciale per l’esito del paziente. La qualità dell’assistenza preospedaliera e la riduzione del tempo di trasporto prima di un’efficace assistenza ospedaliera multidisciplinare permetteranno di migliorare ulteriormente la prognosi di questi pazienti.