{"title":"Gestione iniziale dei traumi addominali","authors":"R. Wolf, J.-N. Evain, P. Bouzat","doi":"10.1016/S1286-9341(24)49379-4","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>I traumi addominali gravi, il più delle volte chiusi in Francia, rappresentano il 15-20% dei pazienti con traumi gravi. La morbimortalità associata è elevata e prevalentemente di origine emorragica nella fase iniziale. La loro gestione richiede una stretta collaborazione tra medici urgentisti, anestesisti-rianimatori, chirurghi e radiologi. La valutazione iniziale e la gestione preospedaliera sono essenziali per orientare il paziente nella filiera adeguata all’interno di una rete sanitaria. Durante la fase ospedaliera, il trattamento non operatorio (TNO) deve essere privilegiato nei pazienti emodinamicamente stabili ed eventualmente associato a un’arterioembolizzazione. Il bilancio lesionale mediante tomografia computerizzata (TC) total body consente di ottimizzare questo TNO e di individuare eventuali lesioni da trattare. Le lesioni più frequenti sono spleniche e sono quelle per le quali la gestione è più codificata. Il paziente instabile con emoperitoneo all’ecografia FAST (<em>focused assessment with sonography in trauma</em>, valutazione ecografica mirata del paziente traumatizzato) deve essere gestito in sala operatoria per laparotomia di emostasi senza ritardi. Anche lesioni associate o lesioni di organi cavi possono portare a modificare la strategia e indicare una gestione chirurgica. Il ruolo del TNO è in aumento per i traumi addominali penetranti stabili in assenza di invasione della cavità peritoneale. Questo approccio non operatorio è preferito anche in popolazioni specifiche come le partorienti e i bambini. Il ruolo del TNO è destinato a progredire con lo sviluppo di tecniche di stabilizzazione emodinamica come il palloncino di occlusione intra-aortica, che portano a privilegiare l’arterioembolizzazione, anche per pazienti temporaneamente stabilizzati in centri esperti. Le complicanze a lungo termine sono dominate dalla sindrome compartimentale addominale e dalle complicanze infettive.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"28 3","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2024-08-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Urgenze","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1286934124493794","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
I traumi addominali gravi, il più delle volte chiusi in Francia, rappresentano il 15-20% dei pazienti con traumi gravi. La morbimortalità associata è elevata e prevalentemente di origine emorragica nella fase iniziale. La loro gestione richiede una stretta collaborazione tra medici urgentisti, anestesisti-rianimatori, chirurghi e radiologi. La valutazione iniziale e la gestione preospedaliera sono essenziali per orientare il paziente nella filiera adeguata all’interno di una rete sanitaria. Durante la fase ospedaliera, il trattamento non operatorio (TNO) deve essere privilegiato nei pazienti emodinamicamente stabili ed eventualmente associato a un’arterioembolizzazione. Il bilancio lesionale mediante tomografia computerizzata (TC) total body consente di ottimizzare questo TNO e di individuare eventuali lesioni da trattare. Le lesioni più frequenti sono spleniche e sono quelle per le quali la gestione è più codificata. Il paziente instabile con emoperitoneo all’ecografia FAST (focused assessment with sonography in trauma, valutazione ecografica mirata del paziente traumatizzato) deve essere gestito in sala operatoria per laparotomia di emostasi senza ritardi. Anche lesioni associate o lesioni di organi cavi possono portare a modificare la strategia e indicare una gestione chirurgica. Il ruolo del TNO è in aumento per i traumi addominali penetranti stabili in assenza di invasione della cavità peritoneale. Questo approccio non operatorio è preferito anche in popolazioni specifiche come le partorienti e i bambini. Il ruolo del TNO è destinato a progredire con lo sviluppo di tecniche di stabilizzazione emodinamica come il palloncino di occlusione intra-aortica, che portano a privilegiare l’arterioembolizzazione, anche per pazienti temporaneamente stabilizzati in centri esperti. Le complicanze a lungo termine sono dominate dalla sindrome compartimentale addominale e dalle complicanze infettive.