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Abstract
Nel contesto della produzione napoletana aragonese venivano in contatto tradizioni poetiche diverse e i modelli italiani avevano la possibilità di esercitare la loro influenza su quei poeti iberici che soggiornarono più o meno a lungo presso la corte napoletana, e che si potevano esprimere non solo nelle due lingue delle zone da cui provenivano, cioè in castigliano e in catalano, ma anche nella lingua del paese in cui si trovarono, ossia l’italiano, all’interno del quale interagivano varie tradizioni linguistiche e poetiche diverse. L’esame della poesia oggettiva catalana e dell’uso al suo interno del dialogo permettono di seguire la loro evoluzione nei moduli dialogici e teatrali che si stemperano nella voce dei poeti alla corte aragonese che affiora attraverso nuove manifestazioni che riguardano festa e teatro. Il processo è reso possibile dal contatto e dalla permeabilità dei modelli, che si esplicita in una sperimentazione aperta a nuove strategie letterarie, che trovano nella poesia oggettiva catalana, e soprattutto in quella dialogica, degli antecedenti degni di sviluppo all’interno di nuove dinamiche sociali, che si manifestano attraverso le feste e il teatro che ampliano i loro spazi, acquistando anche una funzione che da gioco può farsi denuncia. Il discorso si appoggia su una documentazione aperta a ulteriori approfondimenti. Un altro tassello si aggiunge al quadro della permeabilità culturale dei modelli che si incontrano nella Napoli aragonese.