{"title":"Intorno ai fini dell’impresa: riflessioni anche alla luce dello Statement on the purpose of a Corporation del 2019","authors":"M. Ruisi","doi":"10.15167/1824-3576/IPEJM2020.3.1315","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"La trattazione del tema in oggetto dovrebbe in prima battuta richiamare una doverosa premessa teorica sulla natura dell’azienda, specificamente poi di quella definita impresa. Alcune rassegne delle molteplici definizioni elaborate dalla dottrina (tra i riferimenti dell’ultimo decennio Catturi 2012, Paternostro, 2012) hanno già assolto a tale compito trattando: da quelle “contrattualiste” risalenti a Cerboni e Besta e più recentemente rintracciabili a livello internazionale nella teoria dell’agenzia, a quelle neo-contrattualiste (ad es. di Donaldson); da quelle “meccaniciste” che trovano tra gli altri riferimenti organizzativi già nello scientific management, a quelle “sistemico-meccaniciste” e poi a quelle “sistemiche evolute” che guardano alle realtà aziendali come sistemi aperti, in questo ritrovando in Italia elementi di riscontro nella scuola zappiana e nella letteratura internazionale nella teoria dei sistemi dinamici, del caos, delle strutture dissipative, dei sistemi complessi adattivi; ed ancora, di quella “organicista” che a livello italiano richiama la Scuola Toscana di Ceccherelli, Riparbelli, Ponzanelli, fino a giungere a Catturi, mentre a livello internazionale, risale agli studi organizzativi di Helton Mayo condotti presso la Western Electric Company e poi subito continuati con Herzberg, McGregor e Argyris, via via fino al più recente passato, nel tempo con declinazioni della metafora dell’organismo vivente riferita alla persona umana come hanno sostenuto tra gli altri Perez Lopez, De Geus e Ribes. Le diverse teorie a cui si è fatto cenno si sono di certo occupate delle finalità istituzionali dell’impresa o – lato sensu – azienda che sia (ove il distinguo tra sottoinsieme e insieme non è affatto di scarso rilievo), e comunque indirettamente o direttamente delle motivazioni, dei valori, degli interessi e degli obiettivi perseguiti in primis dagli attori chiave e, spostandosi da un approccio shareholder ad uno stakeholder, dei diversi soggetti che contribuiscono all’intrapresa economica, che di fatto forgiano dette finalità. Negli ultimi decenni l’ambito di discussione si è poi focalizzato sulla responsabilità sociale dell’operare economico e quindi su una riflessione approfondita dell’ermeneutica del successo aziendale. Coda (1984), già dalla prima metà degli Anni Ottanta dello scorso secolo, ha ricordato, facendo tesoro","PeriodicalId":140258,"journal":{"name":"Impresa Progetto - Electronic Journal of Management","volume":"7 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Impresa Progetto - Electronic Journal of Management","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.15167/1824-3576/IPEJM2020.3.1315","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La trattazione del tema in oggetto dovrebbe in prima battuta richiamare una doverosa premessa teorica sulla natura dell’azienda, specificamente poi di quella definita impresa. Alcune rassegne delle molteplici definizioni elaborate dalla dottrina (tra i riferimenti dell’ultimo decennio Catturi 2012, Paternostro, 2012) hanno già assolto a tale compito trattando: da quelle “contrattualiste” risalenti a Cerboni e Besta e più recentemente rintracciabili a livello internazionale nella teoria dell’agenzia, a quelle neo-contrattualiste (ad es. di Donaldson); da quelle “meccaniciste” che trovano tra gli altri riferimenti organizzativi già nello scientific management, a quelle “sistemico-meccaniciste” e poi a quelle “sistemiche evolute” che guardano alle realtà aziendali come sistemi aperti, in questo ritrovando in Italia elementi di riscontro nella scuola zappiana e nella letteratura internazionale nella teoria dei sistemi dinamici, del caos, delle strutture dissipative, dei sistemi complessi adattivi; ed ancora, di quella “organicista” che a livello italiano richiama la Scuola Toscana di Ceccherelli, Riparbelli, Ponzanelli, fino a giungere a Catturi, mentre a livello internazionale, risale agli studi organizzativi di Helton Mayo condotti presso la Western Electric Company e poi subito continuati con Herzberg, McGregor e Argyris, via via fino al più recente passato, nel tempo con declinazioni della metafora dell’organismo vivente riferita alla persona umana come hanno sostenuto tra gli altri Perez Lopez, De Geus e Ribes. Le diverse teorie a cui si è fatto cenno si sono di certo occupate delle finalità istituzionali dell’impresa o – lato sensu – azienda che sia (ove il distinguo tra sottoinsieme e insieme non è affatto di scarso rilievo), e comunque indirettamente o direttamente delle motivazioni, dei valori, degli interessi e degli obiettivi perseguiti in primis dagli attori chiave e, spostandosi da un approccio shareholder ad uno stakeholder, dei diversi soggetti che contribuiscono all’intrapresa economica, che di fatto forgiano dette finalità. Negli ultimi decenni l’ambito di discussione si è poi focalizzato sulla responsabilità sociale dell’operare economico e quindi su una riflessione approfondita dell’ermeneutica del successo aziendale. Coda (1984), già dalla prima metà degli Anni Ottanta dello scorso secolo, ha ricordato, facendo tesoro