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Abstract
Gargani, ne Il filtro creativo, riprendendo un discorso sulla verità e sulle condizioni di verità che era stato sollevato da Heidegger e successivamente ripreso dalla filosofia contempora-nea, da Derrida a Rorty, sostiene la tesi della non corrispondenza tra linguaggio e mondo, tra rappresentazione e cosa. Si tratta del rifiuto dell'idea di rappresentazione come corri-spondenza in quanto adaequatio rei et intellectus. Solo se si presuppone la fine della corri-spondenza tra linguaggio e mondo si possono immaginare l'eccedere, il togliere, l'aggiungere. E non per questo perdiamo la razionalità o finiamo nel pastiche. Al contrario, ci apriamo all'infinito mondo delle possibilità che, facendo capolino tra ciò che è regolare, conforme, necessario, irrompendo razionalmente su una ragione in crisi, come direbbe Gar-gani, ci stupiscono e ci spingono a creare. E sappiamo bene che noi umani non creiamo dal nulla, ma sempre da qualcosa che c'è già, così come il futuro non sorge da un presente-eterno, ma dal passato.