{"title":"Newsletter 4","authors":"Steve Lentz, Dwight Owens","doi":"10.1086/alctemp.4.1","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Nel 2015 sono emersi i primi segnali di una pur debole ripresa economica che viene da molti interpretata come il segnale dell’inversione del ciclo economico. Molti osservatori, indicano nel rilancio degli investimenti pubblici la strategia di consolidamento della fase di uscita dalla crisi. Nel 2014, la spesa pubblica in conto capitale in Italia è stata inferiore di circa 17,5 miliardi di euro rispetto a quella del 2009 e, in valori percentuali, le risorse destinate alla costituzione del capitale pubblico sono passate dal già basso 3,4% del PIL al 2,2%. In particolare, gli enti locali hanno avuto sempre un ruolo importante, contribuendo per il 65% degli investimenti pubblici del paese fi no al 2008, quota che si è ridotta al 55% negli ultimi anni. Al di là di risorse una tantum destinate alla spesa degli enti locali, con la legge di stabilità 2016 il governo è intervenuto con misure di riforma del Patto di stabilità e di sostituzione delle nuove norme di pareggio di bilancio, con un diverso sistema di regole, compatibile con la domanda di investimento del territorio. Successivamente è stato varato nell’aprile 2016 un DDL di modifi ca alla L. 243/2012 rivolto a rendere strutturale il nuovo contributo degli enti al contenimento della fi nanza pubblica e variare alcune disposizioni riguardanti l’utilizzo delle risorse locali. Nel corso del successivo dibattito parlamentare si sono confrontati due approcci, il primo più prudenziale, rivolto a porre -attraverso norme contabilimolte condizioni all’azione degli enti, sostanzialmente annullando l’effi cacia dei principi generali; il secondo più decisamente rivolto a tener conto degli obiettivi anticiclici e di rilancio degli investimenti. Gli aspetti più rilevanti della L. 243 e della sua proposta di modifi ca, per gli effetti sulla capacità di investire, riguardano i seguenti punti: a) i saldi di bilancio da rispettare; b) le disposizioni in materia di indebitamento degli enti; c) il nuovo meccanismo di perequazione e il concorso alla riduzione del debito pubblico da parte del comparto. Consideriamo, dunque, quali spazi di intervento si aprono per gli enti locali a seguito della defi nizione dei saldi di bilancio obiettivo. La riforma introduce un unico saldo di bilancio di competenza non negativo tra entrate fi nali e spese fi nali. Come già considerato in altre occasioni, questo è un passo in avanti rispetto al Patto di stabilità e alla L. 243, perché raggiungere un pareggio è certo più facile che ottenere un avanzo (patto di stabilità) o rispettare una molteplicità di saldi e vincoli (L. 243/2012). Per comprendere appieno le implicazioni è necessario, però, tener conto delle voci che compongono questi saldi, tanto più che l’armonizzazione ha modifi cato la struttura di bilancio preesistente e questo riduce la confrontabilità con gli anni precedenti e la capacità di proiezione dei vincoli. Si è dibattuto a lungo, quindi, sulla possibilità da parte degli enti di utilizzare l’avanzo di bilancio accumulato negli anni del Patto, piuttosto di devolverlo allo Stato, così come sui vincoli al ricorso all’indebitamento per fi nanziare gli investimenti. Nel seguito ripercorriamo i singoli aspetti, evidenziando le risorse rese disponibili per gli enti locali e i loro investimenti.","PeriodicalId":185792,"journal":{"name":"Alcohol and Temperance History Group Newsletter","volume":"359 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"1981-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Alcohol and Temperance History Group Newsletter","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.1086/alctemp.4.1","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
引用次数: 0
Abstract
Nel 2015 sono emersi i primi segnali di una pur debole ripresa economica che viene da molti interpretata come il segnale dell’inversione del ciclo economico. Molti osservatori, indicano nel rilancio degli investimenti pubblici la strategia di consolidamento della fase di uscita dalla crisi. Nel 2014, la spesa pubblica in conto capitale in Italia è stata inferiore di circa 17,5 miliardi di euro rispetto a quella del 2009 e, in valori percentuali, le risorse destinate alla costituzione del capitale pubblico sono passate dal già basso 3,4% del PIL al 2,2%. In particolare, gli enti locali hanno avuto sempre un ruolo importante, contribuendo per il 65% degli investimenti pubblici del paese fi no al 2008, quota che si è ridotta al 55% negli ultimi anni. Al di là di risorse una tantum destinate alla spesa degli enti locali, con la legge di stabilità 2016 il governo è intervenuto con misure di riforma del Patto di stabilità e di sostituzione delle nuove norme di pareggio di bilancio, con un diverso sistema di regole, compatibile con la domanda di investimento del territorio. Successivamente è stato varato nell’aprile 2016 un DDL di modifi ca alla L. 243/2012 rivolto a rendere strutturale il nuovo contributo degli enti al contenimento della fi nanza pubblica e variare alcune disposizioni riguardanti l’utilizzo delle risorse locali. Nel corso del successivo dibattito parlamentare si sono confrontati due approcci, il primo più prudenziale, rivolto a porre -attraverso norme contabilimolte condizioni all’azione degli enti, sostanzialmente annullando l’effi cacia dei principi generali; il secondo più decisamente rivolto a tener conto degli obiettivi anticiclici e di rilancio degli investimenti. Gli aspetti più rilevanti della L. 243 e della sua proposta di modifi ca, per gli effetti sulla capacità di investire, riguardano i seguenti punti: a) i saldi di bilancio da rispettare; b) le disposizioni in materia di indebitamento degli enti; c) il nuovo meccanismo di perequazione e il concorso alla riduzione del debito pubblico da parte del comparto. Consideriamo, dunque, quali spazi di intervento si aprono per gli enti locali a seguito della defi nizione dei saldi di bilancio obiettivo. La riforma introduce un unico saldo di bilancio di competenza non negativo tra entrate fi nali e spese fi nali. Come già considerato in altre occasioni, questo è un passo in avanti rispetto al Patto di stabilità e alla L. 243, perché raggiungere un pareggio è certo più facile che ottenere un avanzo (patto di stabilità) o rispettare una molteplicità di saldi e vincoli (L. 243/2012). Per comprendere appieno le implicazioni è necessario, però, tener conto delle voci che compongono questi saldi, tanto più che l’armonizzazione ha modifi cato la struttura di bilancio preesistente e questo riduce la confrontabilità con gli anni precedenti e la capacità di proiezione dei vincoli. Si è dibattuto a lungo, quindi, sulla possibilità da parte degli enti di utilizzare l’avanzo di bilancio accumulato negli anni del Patto, piuttosto di devolverlo allo Stato, così come sui vincoli al ricorso all’indebitamento per fi nanziare gli investimenti. Nel seguito ripercorriamo i singoli aspetti, evidenziando le risorse rese disponibili per gli enti locali e i loro investimenti.