{"title":"Hypnerotomachia Poliphili – per un sincretismo culturale","authors":"Anna Klimkiewicz","doi":"10.12797/9788381382632.04","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Il Quattrocento, come ogni epoca, tende a trovare un proprio modo di descrivere l’universo, conforme ai contesti storico-culturali da cui nasce e adeguato all’immaginario individuale e collettivo in cui si forma. Se per indicare un peculiare significato dell’umanesimo italiano, vogliamo partire dagli studi di Eugenio Garin, ci troviamo davanti a un’interpretazione spazio-temporale dell’epoca che vede i suoi meriti in “un dialogo interumano fuori spazio e fuori tempo” e con ciò dichiara di non riconoscere limitazioni al pensiero e all’agire umano, affermando, invece, la possibilità, anzi, la necessità di oltrepassarne i confini. Il capolavoro di Francesco Colonna, in primis, parla dell’unione di spazi separati tra realtà contigue e appartenenti alla stessa cultura o a culture differenti che si riconoscono a vicenda e, in secundis, si riferisce alle dimensioni dello spazio conosciuto e del mondo noto, in quanto delimita terreni, luoghi o aree geografiche realmente esistenti. Accanto ai confini spaziali che indicano le estremità di territori, edifici, oggetti e strutture architettoniche, un loro ruolo acquistano i confini temporali che testimoniano una consapevole coscienza della fine di un’epoca e del passaggio a un’altra, concetti che Colonna unisce con quelli legati alla sfera ideologica e religiosa. Siamo davanti a un’opera che secondo intentio auctoris può essere letta in modi diversi e a svariati livelli: come https://doi.org/10.12797/9788381382632.04","PeriodicalId":299655,"journal":{"name":"Tra l’antica sapientia e l’imaginatio. Nuovi studi sul Polifilo","volume":"70 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"1900-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Tra l’antica sapientia e l’imaginatio. Nuovi studi sul Polifilo","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.12797/9788381382632.04","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
Hypnerotomachia Poliphili – per un sincretismo culturale
Il Quattrocento, come ogni epoca, tende a trovare un proprio modo di descrivere l’universo, conforme ai contesti storico-culturali da cui nasce e adeguato all’immaginario individuale e collettivo in cui si forma. Se per indicare un peculiare significato dell’umanesimo italiano, vogliamo partire dagli studi di Eugenio Garin, ci troviamo davanti a un’interpretazione spazio-temporale dell’epoca che vede i suoi meriti in “un dialogo interumano fuori spazio e fuori tempo” e con ciò dichiara di non riconoscere limitazioni al pensiero e all’agire umano, affermando, invece, la possibilità, anzi, la necessità di oltrepassarne i confini. Il capolavoro di Francesco Colonna, in primis, parla dell’unione di spazi separati tra realtà contigue e appartenenti alla stessa cultura o a culture differenti che si riconoscono a vicenda e, in secundis, si riferisce alle dimensioni dello spazio conosciuto e del mondo noto, in quanto delimita terreni, luoghi o aree geografiche realmente esistenti. Accanto ai confini spaziali che indicano le estremità di territori, edifici, oggetti e strutture architettoniche, un loro ruolo acquistano i confini temporali che testimoniano una consapevole coscienza della fine di un’epoca e del passaggio a un’altra, concetti che Colonna unisce con quelli legati alla sfera ideologica e religiosa. Siamo davanti a un’opera che secondo intentio auctoris può essere letta in modi diversi e a svariati livelli: come https://doi.org/10.12797/9788381382632.04